Il Tar del Lazio ammette decine di «inquilini» esclusi ai test d’ingresso. E adesso il corso di laurea in Medicina cerca una nuova «casa» in affitto per scongiurare il sovraffollamento. La battaglia contro il numero chiuso innesca il primo trasloco causa ripescaggi nella storia del Bo: ieri infatti il Cda di Ateneo ha preso atto che le aule del polo Vallisneri in riva al Piovego non potranno sostenere l’ondata dei ricorrenti vittoriosi al Tar e ha disposto un’indagine di mercato per trovare un edificio in grado di ospitare almeno 1.200 studenti.
In altre parole Medicina cerca un alloggio con quattro stanze da trecento posti l’una. E come tutti i fuorisede alle prese con le bacheche degli annunci spera di trovarlo entro inizio ottobre.
Il primo scossone al meccanismo del numero chiuso risale all’autunno del 2014, quando il Tar del Lazio accoglie il maxi-ricorso dell’Udu e ammette con riserva migliaia di aspiranti medici bocciati ai test d’ingresso negli atenei di tutta Italia: nel frattempo il Bo inaugura il Fiore di Botta in via del Pescarotto, dove però non ci sono aule abbastanza capienti per ospitare corsi numerosi come quello di Medicina, e per correre ai ripari sposta i due «canali» del primo anno (dove i frequentanti lievitano da 400 a 600 proprio per effetto delle sentenze) nell’aula da trecento posti del complesso Ex Fiat in via Venezia. Sempre per arginare l’ondata di «ricorsisti», nel 2015 la scuola di Medicina decide di tagliare i posti messi in palio dalla prova di ammissione, che passano da 400 a 378.
Nel 2015 il Bo congela il progetto del polo didattico «Botta 2» previsto accanto al Fiore di Botta per approfondire i costi dell’operazione e introduce un sistema di lettura ottica con badge per rilevare le presenze in aula a Medicina, ma intanto il Tar del Lazio accoglie con riserva altre migliaia di ricorsi. E lo scorso febbraio i giudici di Roma hanno sciolto pure la riserva, spalancando le porte di Medicina a circa ottomila candidati in tutta Italia: è difficile sapere quanti ne arriveranno a Padova, anche perché la pubblicazione delle sentenze è ancora in corso d’opera, ma sta di fatto che i «ricorsisti» diventano studenti a pieno titolo.
Come se non bastasse, l’anno prossimo una delle quattro aule del Vallisneri riservate al corso di Medicina non sarà più disponibile: la capienza delle altre tre sarebbe di 538 posti e rischia non solo di essere insufficiente ma anche di ostacolare la rilevazione automatica delle presenze con il badge, tanto che in queste settimane 220 matricole hanno dovuto migrare di nuovo nel complesso Ex Fiat proprio per rendere più snella la procedura.
Insomma, il Bo cerca un edificio con quattro aule da trecento posti, ma ad oggi non ne possiede nemmeno uno. E così ieri il Cda di Ateneo (dove si sono seduti per la prima volta i nuovi componenti, compreso l’ex ad di Alitalia Gabriele Del Torchio) ha deciso di attivare un’indagine di mercato per cercarne uno in affitto: nelle prossime settimane il Bo pubblicherà un annuncio sull’albo online e su tre quotidiani (uno nazionale e due locali) per una spesa complessiva di tremila euro. La gara dunque è aperta: «L’iniziativa merita il nostro plauso – dice Santo Davide Ferrara, presidente della scuola di Medicina -. I nuovi afflussi ci hanno messi in difficoltà, abbiamo bisogno di strutture migliori: speriamo di trovarne una vicina sia al Policlinico che al Vallisneri». Oggi intanto gli studenti del Bo tornano al voto per eleggere i rappresentanti di Senato accademico, Cda, Cus, corsi di studio ed Esu, con urne aperte in 25 seggi dalle 9 alle 19 e dalle 9 alle 14 di domani.
Alessandro Macciò – Il Corriere del Veneto – 18 maggio 2016