Incredibile, ma vero. L’area scelta dal sindaco di Padova, Massimo Bitonci, per la costruzione del nuovo ospedale cittadino (sulla carta, polo medico-sanitario di riferimento a livello regionale e non solo) sarebbe «non idonea» ad ospitare nuovi fabbricati perché a rischio idrogeologico. E a dirlo, circostanza altrettanto stupefacente, è un documento ufficiale del Comune: si tratta della cosiddetta «Carta delle fragilità», un atto che è stato approvato il 21 marzo 2014 e poi allegato al Pat (il piano di assetto del territorio) il 4 ottobre scorso.
Esattamente, due settimane fa. Anzi, cinque giorni prima che l’ex senatore leghista svelasse, in conferenza stampa, la decisione di realizzare il nuovo policlinico universitario, gestito dall’Azienda Ospedaliera, nella zona di via Corrado, ad Est di Padova, dove oggi sorgono alcuni uffici e impianti dell’azienda multiservizi AcegasAps e le strutture sportive del Cus. Prima di entrare nel merito della vicenda, però, vanno registrate altre due curiosità. Perché, tra i firmatari sia della «Carta delle fragilità» che del Pat, c’è anche l’architetto Gianfranco Zulian, già dirigente del Comune e oggi membro della commissione tecnica istituita da Bitonci proprio in relazione al nuovo ospedale. E poi perché, tra le motivazioni più volte esposte dal sindaco per dire «no» alla collocazione dell’opera a Padova Ovest (soluzione indicata dalla precedente giunta Pd e condivisa dalla Regione), c’era pure quella che la superfice individuata, quasi di fronte allo stadio Euganeo, fosse a rischio idrogeologico. Ma torniamo al documento citato sopra, dove i terreni di via Corrado (dalla sede di AcegasAps, fino al primo tratto di via Vigonovese, passando per la chiesa di San Gregorio Magno) sono tutti evidenziati in rosso, il colore che identifica le aree «non idonee» ad accogliere nuove costruzioni: «Nelle aree non idonee – si legge nel Pat – non sono ammesse nuove edificazioni, ma è possibile la realizzazione di infrastrutture pubbliche, interventi di manutenzione e ristrutturazione degli edifici esistenti comunque finalizzati alla riduzione dell’impatto geologico e idraulico. Tutti gli interventi sono subordinati all’indagine idrogeologica e geotecnica che indichi le soluzioni progettuali più idonee». «Non esiste, in tutto il territorio comunale, un sito meno idoneo per la costruzione di un nuovo ospedale – fa notare il presidente onorario di Legambiente, Sergio Lironi – Quella di via Corrado, infatti, è praticamente l’unica zona della città interamente cerchiata in rosso. Mi chiedo per quale motivo le prescrizioni contenute sia nella “Carta” che nel Pat, siano sfuggite: l’impressione è che la fretta, dettata dalla necessità di fornire una risposta alle scadenze imposte dalla Regione, sia stata cattiva consigliera». Stizzita la replica del sindaco: «Lironi, che evidentemente non è interessato a trovare soluzioni quanto piuttosto a fare battaglia politica, avendo sposato il partito del “no” a tutti i costi, si assuma la responsabilità delle fandonie che diffonde. L’area di via Corrado è assolutamente sicura – garantisce Bitonci – Secondo il piano comunale di Protezione civile, infatti, non è plausibile alcuna esondazione dei canali (Piovego e Roncajette, ndr ), in quanto il livello delle acque è controllato a monte e a valle e regolamentato da una serie di chiuse. Allo stato attuale, inoltre, risulta molto improbabile anche un cedimento delle arginature. Primo perché sono state rinforzate recentemente dai lavori compiuti dal Genio civile, secondo perché il nostro progetto ne prevede un rafforzamento ulteriore».
Davide D’Attino – Il Corriere del Veneto – 18 ottobre 2014