Lo stress sul lavoro? È colpa anche dei troppi pettegolezzi tra colleghi. Così, almeno, riferiscono i dipendenti di Palazzo Storione, sede del quartiere «amministrativo» dell’Università. Lo riferisce il rapporto 2013 dell’Ateneo sulla «soddisfazione degli impiegati negli uffici dell’Amministrazione centrale».
A volerlo è stato proprio il Bo, attraverso un gruppo di «gestione della valutazione» composto da Massimo Riolfatti (delegato del rettore per la Sicurezza), dirigenti, medici e rappresentanti dei lavoratori.
L’indagine sul rischio di stress «lavoro-correlato», condotta per testare la salute del personale di Palazzo Storione, ha coinvolto circa 370 dipendenti, quasi tutti con contratto a tempo indeterminato. Il report parla di una situazione complessivamente positiva: tra i punti di forza spiccano la piacevolezza delle relazioni interpersonali, la possibilità di conciliare lavoro e tempo libero e le gratificazioni per i risultati raggiunti, anche in termini di utilità sociale percepita. Ma le criticità non mancano. Se i rapporti individuali sono buoni, non si può dire altrettanto per quelli fra i gruppi dell’organigramma l’amministrativo, dove il personale avverte una competizione non produttiva e un costante disaccordo. Stesso discorso per le relazioni con gli utenti: chi lavora a contatto con il pubblico denuncia un livello di ansia più elevato, a causa delle critiche ricevute. I dipendenti di Palazzo Storione, poi, si lamentano per il carico di lavoro (inadeguato allo stipendio) e proprio per i pettegolezzi, giudicati «eccessivi». Tra i sintomi di malessere più ricorrenti negli ultimi sei mesi, ci sono la «sensazione di stanchezza senza motivo apparente», il «rifiuto di alzarsi dal letto alla mattina» e l’«impossibilità di addormentarsi o dormire senza interruzione». La valutazione del rischio di stress è «media» per sei delle otto aree prese in esame; «bassa» per l’area Organizzazione e personale, diretta da Gioia Grigolin; «alta» invece per l’area Finanza, programmazione e controllo, dove ci sono problemi di crescita personale, competenze e partecipazione. Quest’area è diretta da Emanuela Ometto, che è in lizza anche per la poltrona di direttore generale. A proposito lunedì, in Senato accademico, l’ordine del giorno prevede proprio un «parere» sul conferimento dell’incarico, che dovrebbe portare a una prima «scrematura» dei candidati in vista del prossimo Cda.
Alessandro Macciò – Corriere del Veneto – 6 dicembre 2013