«Se non fosse stato per un nostro emendamento, nel bilancio di previsione 2016 della Regione, la giunta Zaia avrebbe inserito soltanto 50 milioni di euro per il nuovo ospedale di Padova. Invece, grazie a noi, i milioni sono diventati 150 spalmati su tre anni, quindi fino al 2018».
A rivendicare il risultato ottenuto una settimana fa, sono i padovani Claudio Sinigaglia e Piero Ruzzante, consiglieri democratici a Palazzo Ferro Fini: «L’emendamento in questione — ricordano i due — è lo stesso che avevamo proposto e che era stato approvato nella scorsa legislatura, in sede di bilancio di previsione 2014, con lo stanziamento di 150 milioni di euro, 50 all’anno, fino al 2016. Peccato però che, per colpa del governatore Luca Zaia e del sindaco Massimo Bitonci, l’iter per la realizzazione del nuovo ospedale a Padova Ovest sia stato improvvisamente bloccato e che, di conseguenza, due/terzi di quei soldi sia stato trasferiti altrove. Se le cose fossero andare in maniera diversa — si rammaricano Sinigaglia e Ruzzante — ora si potrebbe contare già su 250 milioni di euro per quello che sarà il nuovo polo medico-sanitario non solo della nostra città, ma di tutto il Veneto». L’occasione, secondo i due consiglieri dem, è ancora propizia per tentare di costruire l’opera interamente con fondi pubblici: «Il nuovo ospedale dovrebbe costare circa 650 milioni di euro. E, per una Regione come la nostra, mettere a bilancio 50 milioni all’anno per i prossimi dieci/dodici anni non dovrebbe costituire un grosso problema — osservano Sinigaglia e Ruzzante —. Ecco perché domandiamo ufficialmente al presidente Zaia, dato che la soluzione di Padova Ovest è definitivamente tramontata e che l’opera è stata ricollocata a Padova Est, di abbandonare una volta per tutte l’idea del project financing e di chiudere qualsiasi rapporto con Finanza e Progetti Spa».
Secondo i democratici la compagine proponente del project financing di Padova Ovest dovrebbe essere estromessa. «Con il nuovo ospedale posizionato a San Lazzaro e non più in corso Australia — scandiscono i due esponenti del Pd — l’iter dovrà ripartire completamente da zero. E, dunque, i privati titolari del vecchio progetto non hanno alcuna posizione di privilegio da far valere in quella che, a tutti gli effetti, è una nuova partita». Una via d’uscita, quella indicata dai due democratici, che potrebbe non dispiacere allo stesso Zaia che non ha in simpatia i project, ma che, di certo, non starà bene a Finanza e Progetti, che ha già ripetutamente minacciato ulteriori ricorsi al Tar.
D.D’A. – Corriere del Veneto – 23 febbraio 2016