Padova. Nuovo ospedale, Dario accelera sull’appalto
L’annuncio del neo direttore dell’Azienda: «Disponibili a gestire da vicino i lavori». «Siamo disponibili a fungere da stazione appaltante dell’opera, così da seguire da vicino i lavori e, magari, velocizzarli».
L’intervento più netto, ieri sera a Palazzo Moroni durante la commissione consiliare dedicata al nuovo ospedale, è stato certamente quello di Claudio Dario, neodirettore dell’Azienda Ospedaliera di Padova.
In merito al polo medico-sanitario del futuro, che il Comune ha pianificato in un’area (privata) di circa 600mila metri quadrati lungo corso Australia, quasi davanti allo stadio Euganeo, Dario ha scandito: «Prima si parte e prima si finisce. La struttura a padiglioni dell’ospedale attuale rappresenta un grosso limite di fronte ai nuovi modelli che ci vengono richiesti in termini di organizzazione sanitaria. So che la Regione – ha spiegato il successore di Adriano Cestrone – sta, in questi giorni, finendo di valutare la bontà o meno della proposta presentata (da Finanza e Progetti, joint venture tra Palladio Finanziaria e Lend Lease, ndr). E, per quanto mi riguarda, posso mettere a disposizione l’esperienza maturata da direttore generale dell’Usl 9 di Treviso, dove ho seguito tutto l’iter che porterà alla realizzazione del nuovo ospedale di Ca’ Foncello».
Un’opera, quest’ultima, che verrà compiuta in regime di project financing ovvero con un pesante, decisivo contributo dei privati (per la cronaca, ad aggiudicarsi la gara d’appalto è stata proprio la vicentina Finanza e Progetti insieme con la trevigiana Carron, la veneziana Sielv, la milanese Siram e la romana Tecnologie Sanitarie). «Con un ospedale nuovo e non più a padiglioni – ha ribadito Dario – si potranno ottenere, da subito, grandi risparmi, ad esempio per le pulizie, il riscaldamento e l’aria condizionata. Ripeto: come Azienda Ospedaliera siamo disponibili a fungere da stazione appaltante. La sanità e la medicina padovane rappresentano un punto di riferimento per tutto il territorio regionale». Parole che il neodirettore generale dell’Usl 16, Urbano Brazzale, ha così ripetuto: «La più grande scommessa che abbiamo davanti non è tanto costruire il nuovo ospedale quanto rimettere al centro, del Veneto e non solo, la sanità e la medicina di Padova».
In aula, convocati dai presidenti della commissione (Anna Barzon del Pd e Oreste Terranova dell’Udc), c’erano il sindaco Flavio Zanonato, il vice Ivo Rossi, l’assessore al Sociale Fabio Verlato, parecchi consiglieri comunali, sia di maggioranza che di opposizione, i parlamentari Alessandro Naccarato, Margherita Miotto, Paolo Giaretta e Maurizio Saia, i consiglieri regionali Claudio Sinigaglia, Piero Ruzzante e Stefano Peraro e diversi sindaci della provincia, in testa Massimiliano Barison di Albignasego, Walter Stefan di Saonara, Anna Lazzarin di Veggiano, Elisa Venturini di Casalserugo, Mirco Gastaldon di Cadoneghe e Luigi Bisato di Noventa. «Per partire davvero con i lavori – ha ammonito il direttore generale del Bo, Giuseppe Barbieri – c’è bisogno di un grosso finanziamento da parte dello Stato». «Tra qualche mese – ha infine fatto sapere il presidente dell’Ordine dei Medici di Padova, Maurizio Benato – renderemo pubblico il modello di nuovo ospedale che noi vorremmo. Cioè quello migliore per chi, domani, dovrà lavorarci».
Corriere del Veneto – 22 gennaio 2013