E c’è un caso Padova Ovest: era la prima scelta ma sarebbe stata scartata per opportunità. Quella di domani, a dire il vero come tante altre nel corso degli ultimi anni, si annuncia come l’ennesima giornata «decisiva» per le sorti del nuovo ospedale. Alle 11, in una sala del Giustinianeo, è fissata una riunione della commissione tecnica che, istituita tre mesi e mezzo fa dalla Regione, ha il compito di individuare l’area più adatta, in base ad una lunga serie di parametri, dove realizzare il futuro policlinico universitario.
Tutti i soggetti interessati, evidentemente, preferiscono non esporsi. Almeno in maniera pubblica. Ma sull’esito di questo summit le indiscrezioni non mancano. E molte riconducono alla stessa ipotesi. Cioè quella che il pool di esperti, composto da Antonio Canini per la Regione, Franco Fabris per il Comune, Francesco Polverino per l’Azienda Ospedaliera, Umberto Trame per l’Università e Luigi Rizzolo per la Provincia, concluda il proprio operato presentando al governatore del Veneto, Luca Zaia, due soluzioni «equivalenti».
Ovvero due superfici con le medesime potenzialità: quella dell’aeroporto Allegri, proposta (ancora quand’era presidente della Provincia) dal sottosegretario all’Ambiente, Barbara Degani; e quella di San Lazzaro, avanzata più di recente dal sindaco Massimo Bitonci. Le due aree appena citate, stando al giudizio dei tecnici (il cui lavoro è stato «supervisionato», passo dopo passo, dal direttore generale dell’Azienda Ospedaliera, Claudio Dario, e non, fa maliziosamente notare più di qualcuno, dal segretario regionale alla Sanità, Domenico Mantoan), sarebbero sostanzialmente sullo stesso piano: per dimensione, per collocazione geografica e pure, anche se con alcuni distinguo, per il fatto di essere entrambe «immediatamente» disponibili.
Si vocifera, infatti, che l’Agenzia del Demanio, «braccio» operativo del ministero dell’Economia e proprietaria dei terreni compresi tra via Sorio e l’argine del Bacchiglione, potrebbe mettere l’Allegri a disposizione del Comune in modo abbastanza agevole. Forse, addirittura, gratuitamente. Mentre, per quanto riguarda San Lazzaro, Palazzo Moroni potrebbe presto impadronirsene per intero (al momento, ne possiede circa metà), trovando un accordo con gli istituti bancari che, in loco, sono subentrati al fallimento di «Edilbasso» e altre imprese di costruzioni. Dunque, stando così le cose, la commissione tecnica starebbe per lanciare un messaggio molto chiaro: «Noi esperti non vogliamo assumerci la responsabilità di una scelta così importante. A nostro avviso, queste due soluzioni sono entrambe valide. La decisione finale, però, spetta a voi politici».
Evidenziato ciò, va dato conto di due retroscena. In primis , pare che, all’inizio della loro analisi, i «saggi» incaricati dalla Regione abbiano unanimemente condiviso che l’area migliore in cui collocare il nuovo ospedale sia ancora quella di Padova Ovest (da tempo caldeggiata dall’ex sindaco Flavio Zanonato, ma bocciata da Bitonci), ma che abbiano poi preferito «andare oltre» per non mettere in difficoltà non solo il primo cittadino, bensì anche la stessa Regione, impegnata in un intricato contenzioso giudiziario con «Finanza e Progetti», la società vicentina che ha elaborato il «project financing» di corso Australia. In secondo luogo, sembra che, nei giorni scorsi, quand’è trapelata la voce che la commissione tecnica fosse intenzionata a privilegiare, tra tutte, la superficie dell’Allegri, Bitonci abbia scritto una severa lettera a Zaia, invitandolo a fare in modo che l’alternativa di San Lazzaro venisse ripresa in considerazione. Insomma, il solito caos. Domani sapremo.
Davide D’Attino – Il Corriere del Veneto – 24 febbraio 2015