«Penosi». È la definizione tranciante scelta dal primo cittadino Massimo Bitonci per liquidare l’ex vicesindaco reggente Ivo Rossi, il consigliere regionale Claudio Sinigaglia e l’europarlamentare Flavio Zanonato, che lunedì hanno annunciato l’intenzione di inviare tutti gli atti relativi al nuovo ospedale, a partire da quelli riguardanti il trasferimento dell’opera da Padova Ovest a Padova Est al magistrato Raffaele Cantone, responsabile dell’Anticorruzione.
«Che si rivolgano pure all’Anticorruzione, all’Avvocatura Regionale e tutti gli organismi della Commissione Europea che vogliono – sorride il sindaco -. Facciano pure tutto quello che desiderano fare. Da che mondo è mondo, l’opposizione fa il lavoretto dell’opposizione. Ma i padovani sanno fin troppo bene che questi signori che hanno governato la città negli ultimi dieci anni non hanno fatto nulla per il nuovo ospedale, se non chiacchiere e manutenzioni del complesso esistente. Noi invece in diciotto mesi scarsi abbiamo già fatto un mezzo miracolo». Bitonci si riferisce alla nuova collocazione del futuro polo medico-sanitario a San Lazzaro. «Vorrei ricordare che l’area di Padova Ovest tanto cara a Rossi e compagni era ed è tuttora privata quindi non è disponibile se non a caro prezzo. Mentre quella di Padova Est è già tutta utilizzabile senza bisogno di espropri» aggiunge il sindaco, ricordando che i 400mila metri quadrati dell’area sono già metà del Comune e metà frutto di un accordo con i proprietari.
Quindi Bitonci rincara la dose: «Quello del Pd mi sembra l’ennesimo tentativo penoso di bloccare un’opera pubblica che serve a tutti i padovani solo per fare un dispetto a questa giunta. Ma noi, a differenza di chi ci ha preceduto, abbiamo realizzato la rotatoria della Stanga e ristrutturato i padiglioni della Fiera. Faremo anche il nuovo ospedale». Resta però da sciogliere il nodo del (ri)coinvolgimento di Finanza e Progetti Spa, la società proponente del project financing di Padova Ovest che è ritornata in pista su Padova Est.
«La decisione della modalità di finanziamento dell’opera è un compito che spetta esclusivamente alla Regione. La nostra competenza – scandisce il sindaco – era quella di indicare un’area. E così abbiamo fatto, scegliendo Padova Est». Intanto proprio sul tema sfiorato da Bitonc, va registrato il duro sfogo di Jacopo Berti, capogruppo del Movimento 5 Stelle in consiglio regionale: «Il sistema dei project financing ha reso il Veneto la terra della corruzione e degli sprechi e noi lottiamo da sempre contro questo strumento. Molti danni sono stati già fatti – rammenta il giovane grillino – E, visto che siamo in una fase di riscoperta delle nostre tradizioni, voglio citare un proverbio del saggio Re Salomone per far ragionare tutti sul da farsi: “L’accorto vede il pericolo e si nasconde, gli inesperti vanno avanti e la pagano”. Purtroppo, in politica, a pagare il conto degli sprovveduti sono sempre e solo i cittadini. Fermiamo questa follia adesso. Abbandoniamo, non a colpi di slogan ma con i fatti, il sistema marcio dei project financing».
Davide D’Attino – Il Corriere del Veneto – 9 dicembre 2015