Ennesimo coup de théâtre nella storia infinita del nuovo ospedale di Padova. Ieri, a due ore dalla commissione tecnica convocata a Venezia per valutare l’opzione via Corrado, cioè la seconda proposta avanzata dal Comune alla Regione dopo il piano del «nuovo su vecchio» in via Giustiniani, il sindaco Massimo Bitonci ha inviato al governatore Luca Zaia una terza soluzione. San Lazzaro.
Che poi l’architetto Franco Fabris, delegato di Palazzo Moroni, ha presentato ai colleghi della commissione. «L’ipotesi deriva da un ulteriore studio su un’area di oltre 400 mila metri quadri a San Lazzaro, di cui 200 mila di proprietà comunale, su cui è possibile avviare i lavori subito — spiega Bitonci —. Così si risparmiano 100 milioni sulle spese di esproprio. La decisione definitiva non è ancora stata presa, confidiamo che le parti coinvolte analizzino entrambe le nostre proposte. L’opzione San Lazzaro, vicina alla nuova stazione ferroviaria dell’alta velocità, presuppone una visione strategica di rilancio di tutto il quartiere, su cui insistono strutture ricettive e commerciali e un’adeguata viabilità, che sarà potenziata».
Secondo il primo cittadino «l’insediamento dell’ospedale in loco permetterebbe di scongiurare l’apertura di una grande struttura di vendita, come invece aveva previsto il piano del commercio della precedente giunta». Senza contare che il sindaco prenderebbe due piccioni con una fava. Supererebbe il «no» dall’Università a via Corrado e accoglierebbe l’appello lanciato venerdì scorso dai commercianti contro un altro insediamento a Padova est. Il 22 ottobre Palazzo Moroni ha messo all’asta 105 mila dei suoi 209.400 metri quadri, perchè l’8 agosto scorso era arrivata un’offerta di Leroy Merlin, colosso francese del «fai da te», che per acquisire il diritto di superficie per 60 anni ha proposto un pagamento immediato di 10.569.000 euro, più un extra di 50 mila euro all’anno per un ventennio. Totale: 1 milione. Il Comune allora ha pubblicato un bando che scade domani, ma i commercianti sperano che possa essere annullato. Anche se ciò avvenisse, per l’ospedale resterebbero 209.400 metri quadri: il resto dei 400 mila è proprietà delle banche. «Siamo al grottesco — sbotta Claudio Sinigaglia (Pd) — e mentre qui si gioca a Monopoli, noi perdiamo il treno dei fondi statali. L’ex articolo 20 per l’edilizia ospedaliera è stato rifinanziato con 300 milioni nel 2015 e 600 nel 2016, ma per richiederli bisogna avere un progetto esecutivo, che grazie a Bitonci non abbiamo più. E’ in confusione totale, gli regaleremo una bussola».
La commissione tecnica deve riunirsi di nuovo per esaminare l’area San Lazzaro in vista del summit del 18 novembre tra Regione, Comune, Provincia, Università, Azienda ospedaliera e Iov. Quanto a via Corrado, è stata valutata troppo piccola (19 ettari contro i 60 di Padova ovest), «in mezzo all’acqua» e penalizzata da una viabilità che insiste sulla già congestionata Stanga. Esattamente come l’area San Lazzaro.
Il Corriere del Veneto – 11 novembre 2014