Mentre Cgil, Cisl e Uil preparano il secondo sciopero generale del 26 maggio (dopo quello del 15 aprile), la direzione dell’Azienda ospedaliera lavora ad un piano di riorganizzazione generale. Anche nell’ottica di ripristinare la situazione ottimale dell’organico, ora forte di 4mila dipendenti ma comunque in affanno. Tanto che gli infermieri denunciano di dover saltare continuamente riposi e ferie, oltre a coprire il doppio delle reperibilità previste dal contratto.
«Entro l’estate saranno rispettati tutti gli istituti contrattuali — annuncia il commissario Luciano Flor — stiamo risolvendo le emergenze relative alle carenze di personale. Da gennaio è partito un piano di 50 assunzioni in due tranche: una fissata a marzo e una a maggio, a cui stiamo gradualmente adempiendo. Ottenuta l’autorizzazione dalla Regione, abbiamo già preso qualche infermiere e ora stiamo guardando le graduatorie e la mobilità. Entro fine mese presenteremo ufficialmente anche il piano ferie». Altro motivo di protesta dei sindacati, che aspettano di sapere se ogni lavoratore vedrà confermato il periodo di vacanza richiesto e come l’azienda farà fronte alle sostituzioni.Nel frattempo Flor studia con la direzione strategica e i primari dei reparti coinvolti altri punti cardine della riorganizzazione. Primo: il funzionamento delle sale operatorie, il cui orario sarà prolungato dalle 8 alle 18, mentre oggi è fissato dalle 8 alle 14. «Sfrutteremo meglio l’area chirurgica — spiega Flor — gli infermieri faranno anche la guardia attiva di notte, in modo da garantire l’h24 per un gruppo di sale. Così potremo smaltire più velocemente le liste d’attesa per gli interventi programmati». Secondo: i punti nascita. Oggi l’Azienda ospedaliera ne ha due, uno in Clinica di Ginecologia e Ostetricia e uno in Divisione. «Stiamo valutando la migliore modalità per ricavare un unico riferimento per il parto, operativo 24 ore su 24 come i due attualmente in funzione — rivela il commissario —. Oggi ogni punto nascita dispone di un medico e due ostetriche, unendoli il personale raddoppierà e il servizio sarà più forte anche in caso di defezioni improvvise. La revisione del riassetto generale dell’ospedale garantirà una migliore assistenza ai pazienti e risolverà il sovraccarico per i dipendenti. Comunque la pronta disponibilità è già diminuita».
E il caso Pediatria? Si trasloca al Sant’Antonio o no? «La mia è solo un’ipotesi, posso fare proposte che poi sarà la politica a vagliare — chiude Flor —. Per capire come procedere bisognerà aspettare fine mese, quando arriverà l’esito definitivo delle perizie condotte dall’Università sullo stabile della Clinica pediatrica. In quel momento sapremo se e come conviene partire con la ristrutturazione (la Regione ha stanziato 15 milioni, ndr) o se studiare altre soluzioni». Per esempio aspettare il nuovo ospedale, che il presidente Luca Zaia assicura essere punto focale della sua legislatura. «Il mio mandato non potrà chiudersi senza il progetto esecutivo e la prima pietra del nuovo ospedale di Padova — ha twittato il governatore —. È questione strategica»
Michela Nicolussi Moro – Il Corveneto – 22 maggio 2016