Il parroco di Terraglione: «Quando un animale è in mezzo alla gente deve portarla. Così tuteliamo la sicurezza»
VIGODARZERE. «Signorina, il suo cane è pericoloso, non potete stare qui!». Questo ha scritto ieri mattina sulla sua bacheca Facebook Ylenia Favaro, trentun anni, di Padova: lo sfogo per quanto le era accaduto la sera prima alla sagra del Terraglione a Vigodarzere.
Doveva essere una tranquilla serata d’estate, trascorsa con il fidanzato Nicola, un amico, e l’inseparabile cane Darma, una femmina di border collie di quattro anni e mezzo, a cena nello stand gastronomico di una delle tante sagre parrocchiali della zona.
E invece la serata ha avuto un risvolto tanto sgradevole quanto inaspettato.
«Eravamo in coda», racconta Ylenia, «per prendere il caffè al bar, nel piazzale della chiesa di Sant’Antonio. Darma era come al solito tranquilla al mio fianco, al guinzaglio. Ad un certo punto un signore di mezza età richiama la mia attenzione, battendomi la mano sulla spalla e dicendomi che il mio cane era pericoloso e che quindi, se volevamo continuare la serata lì, dovevo metterle la museruola».
Inizia così un battibecco piuttosto acceso nel quale Ylenia chiede all’interlocutore dove sia indicato il divieto di accesso con cani senza museruola e l’uomo, che intanto si era qualificato come responsabile della sicurezza della sagra, risponde in modo tale da non lasciare margine di discussione.
«Quel signore ci ha detto», continua Ylenia, «che lì valeva soltanto la sua legge. Quindi ce ne siamo andati dalla sagra con tutta l’intenzione di chiamare i vigili e i carabineri per chiarire la questione. Poi abbiamo deciso di lasciar stare, ma siamo tornati al bar a chiedere almeno chi fosse quell’uomo. “È il parroco”, ci è stato detto».
Don Bernardo Pegoraro, parroco di Terraglione, replica deciso: «Io non ho mandato via nessuno, ho solo chiesto che il cane indossasse la museruola. Alla nostra sagra vengono tante persone con i cani, ma finché sono di piccola taglia non ci sono problemi. È giusto che un cane di quella stazza, quando è in pubblico e in mezzo alla gente, la porti. È una questione di sicurezza per tutti».
Ylenia però non ci sta: da lì il suo sfogo su Facebook, che ha raccolto diversi commenti di amici, stupiti per il trattamento ricevuto dal prete.
«Darma», puntualizza, «è un cane docile ed equilibrato. Non ha mai fatto male a nessuno ed è sempre pronta a mettersi a pancia all’aria e a farsi coccolare da tutti. Ha un carattere talmente dolce che ha fatto anche esperienza di “pet therapy” nelle scuole, con ragazzi con problemi psichiatrici e nelle case di riposo. Non si merita un trattamento del genere».
L’episodio stona un po’ con il regolamento recentemente presentato dall’Anci (Associazione nazionale comuni italiani) e dalla Federazione italiana associazioni diritti animali e ambiente, approvato il giugno scorso: la regola generale è che l’accesso agli animali domestici sia libero ovunque la legge non lo vieti, purché i cani siano muniti di guinzaglio e, solo all’occorrenza, di museruola.
Il Mattino di Padova – 6 agosto 2013