Mauro Giacon. Sorpresa. Mentre martedì prossimo entra nel vivo la riforma della sanità veneta – quando in Commissione regionale Sanità comincerà la discussione sui tre progetti di legge, Pd, Lega e 5 Stelle, con l’orientamento del presidente Zaia di ridurre le Usl a 9 e farne una unica nel territorio padovano, la Bassa, che ha sempre nicchiato di fronte a questa possibilità, tenta di scappare. Circostanza che a questo punto indebolirebbe il peso specifico sui tavoli che contano della nostra Usl, battuta sicuramente da Verona.
La notizia arriva indirettamente da un’altra. Ieri due presidenti della Conferenza dei sindaci, Massimo Bitonci per l’Usl 16 e Alessandro Bolis (Carmignano) per l’Usl 15, Alta Padovana, hanno formalizzato un Patto per definire il modello di sanità del futuro per quanto riguarda i servizi sociali. Nel senso che anche Padova ad esempio, si allineerà al modello dell’Alta con il trasferimento delle deleghe sociali dal Comune all’Azienda sanitaria. Vuole dire che alcuni servizi dall’assistenza agli anziani a quella ai minori e ai disabili sarà gestita direttamente dall’Azienda in cambio ovviamente di una quota pro-capite. Ma la circostanza singolare è che al Patto non aderisce Francesco Lunghi, presidente della Conferenza dei sindaci dell’Usl 17, ben 46 comuni. La nota incidentale è questa. «Vede, a Padova e nell’Alta ci sono territori molto estesi, qui invece il sindaco sa i problemi di tutti i cittadini e quindi tendiamo a conservare questa peculiarità. Se la deleghiamo aumenterà la distanza con la gente, sopratutto nel caso di una Usl unica». Ecco il punto. La Bassa sta per andare in fuga da un progetto che non ama. E gli altri non pare se la prendano troppo, al punto che hanno già fatto “cartello”. Dice Bitonci: «Ho già detto che mi piacerebbe trasferire il modello dell’Usl 15 anche nel territorio dell’Ulss 16 e stiamo studiando le modalità secondo le quali farlo. Ritengo che sia importante condividere anche altre peculiarità ed eccellenze dell’Azienda di Padova e dell’Alta Padovana, per poter costruire un modello davvero incisivo per l’intera sanità padovana».
E Bolis aggiunge: «II futuro Centro traumatologico ortopedico di Camposampiero rappresenta un ulteriore esempio di prossima condivisione in ambito provinciale per quanto concerne la traumatologia. D’altro canto l’ospedale di Cittadella, in ottica hub&spoke, si sta organizzando con l’Ulss 16 per rispondere a quanto previsto nel Piano Socio Sanitario Regionale nel campo delle prestazioni specialistiche, in un’ottica che vede Camposampiero già centro hub».
E sulla fuga dell’Usl 17? Bitonci è lapidario. «Non credo che la Regione lo permetterà. L’intenzione è quella di fare un distretto unico con un grande ospedale di ricerca a Padova e alcune eccellenze nel territorio come Camposampiero, Cittadella e Schiavonia. Poi non capisco come la bassa preferisca stare con Rovigo quando ha tutta questa sanità di alta qualità nel padovano».
Il Gazzettino – 15 maggio 2016