VENEZIA «In fase di nomine, il presidente della Regione ha fatto ciò che aveva annunciato: prima ha ascoltato tutti, poi ha agito in autonomia, privilegiando la competenza rispetto alle bandierine politiche. È successo che per spingere un candidato eccellente, si fosse mobilitato mezzo mondo: lui non l’ha ritenuto adatto all’incarico e ha scelto altrimenti».
Parole di Leonardo Padrin, presidente pidiellino della commissione sanità del consiglio regionale (l’organismo che valuterà l’operato dei manager insieme a giunta e conferenza dei sindaci), un veterano della materia. Che approva l’operato di Zaia: «Ha fatto il presidente, non si è lasciato tirare per la giacca, non ha ignorato il confronto con la politica ma alla fine ha saputo rinnovare e privilegiare la cifra tecnica dei candidati». Una testimonianza: «A differenza del passato, non ci sono stati sconti interni del Pdl, abbiamo accettato il ruolo di autonomia e garanzia di Zaia e la scelta finale si è rivelata equilibrata». Un viatico ai nuovi direttori generali: «Li invito a procedere con oculatezza nella selezione dello staff, spetta a loro nominare i direttori sanitari e amministrativi, non cedano alle influenze esterne perché saranno chiamati loro, non altri, a rispondere dei risultati conseguiti».
Il Mattino di Padova – 2 gennaio 2012