Lo prevede la proposta di legge che applica il pareggio di bilancio. Dovrà essere pronto a controllare, dal 1 gennaio 2014, che i conti delle amministrazioni pubbliche siano in equilibrio. Prima non avrà i soldi per farlo.
Ma il watchdog, supercontrollore indipendente, avrà voce in capitolo sulla spesa dello Stato, delle Regioni, Province e Comuni, e di tutte le amministrazioni pubbliche non territoriali. Lo prevede la legge che dà attuazione alla norma costituzionale sul pareggio di bilancio. Nessuno potrà discostarsi dagli obiettivi di medio termine, con l’eccezione dei casi di guerra o catastrofi. Il testo, presentato martedì scorso, porta la firma di tutti i gruppi parlamentari, di maggioranza e opposizione, dal Pd alla Lega, dal Pdl all’Idv. Arriva in un Parlamento attraversato da mille tentazioni elettoralistiche come dimostra l’andamento a singhiozzo di provvedimenti rilevanti che rischiano grosso, soprattutto al Senato: dalla delega fiscale che continua a incontrare difficoltà nono- stante gli appelli del governo, al decreto sviluppo per il quale si attende domani pomeriggio il maxiemendamento (voto di fiducia martedì) dell’esecutivo e intanto torna il braccio di ferro sull’ampliamento delle concessioni per gli stabilimenti balneari (dal 2015 al 2045), al decreto sul riordino delle Province, a quello sui costi della politica slittato a giovedì. Su tutti avrà la precedenza la legge di stabilità (e il collegato bilancio dello Stato) che la com Decreti in panne: braccio di ferro sulla proroga delle concessioni balneari missione Bilancio prenderà in mano dopodomani insieme alla nuova legge che dà attuazione al pareggio di bilancio, ultimo capitolo nell’attuazione del Fiscal compact da parte italiana. «Con il Parlamento abbiamo fatto un lavoro formidabile. Sono certo che i lavori saranno completati – è tornato a dire il ministro dello Sviluppo Corrado Passera – nell’interesse del Paese».
IL SUPERCONTROLLORE In verità, in questo momento, la sensazione è che in Parlamento tutto possa succedere. Nel caso della proposta di legge per l’attuazione del principio del pareggio di bilancio, i tempi sono più lunghi: dovrà essere approvata entro il 28 febbraio 2013 ma a maggioranza assoluta dei componenti le due assemblee. Obiettivo niente affatto scontato a poco più d’un mese dal voto. La maggiore novità riguarda la nascita dell’Ufficio parlamentare di bilancio (Upb) sul modello del Cbo (Congressional budget office) che verifica in modo «nonpartisan» il bilancio federale per il Congresso americano. Sarà composto da tre membri di cui uno è il presidente, nominati dai presidenti di Camera e Senato, nell’ambito di dieci nomi indicati dalle rispettive commissioni Bilancio, a maggioranza di due terzi dei componenti. L’organismo potrà contare su 6 milioni di euro per il suo funzionamento, a partire dal bilancio 2014. E se le sue valutazioni sui documenti di finanza pubblica saranno «significativamente divergenti rispetto a quelle del governo», si aprirà una sorta di processo in Parlamento, durante il quale l’esecutivo dovrà dimostrare perché ritiene di rispettare comunque il pareggio di bilancio e la sostenibilità del debito, senza incorrere in quegli scostamenti «significativi» (superiori allo 0,5% del Pil) oltre i quali scatta la procedura di correzione.
LE SPIAGGE Il primo scoglio da superare riguarderà, domani, il decreto sviluppo. Il governo ha espresso parere negativo sul prolungamento delle concessioni al 2045 ma la commissione Industria lo approverà comunque, ha detto la relatrice Simona Vicari (Pdl) «perché lo hanno chiesto tutti i gruppi». Altre modifiche riguardano i project bonds con l’emissione di obbligazioni solo per i nuovi investimenti e il prolungamento della Cig in deroga per altri 7 mesi al Sud. Sulla delega fiscale, la Lega chiede il no alla tracciabilità sotto i 500 euro e l’istituzione di una zona franca a Lampedusa. Altri chiedo- no l’esenzione delle case da gioco dai limiti per la circolazione dei contanti.
Barbara Corrao – Il Messaggero – 3 dicembre 2012