La risoluzione non vincolante approvata oggi chiede che la nuova strategia post-2015 dell’UE per la parità di genere sia dotata di obiettivi chiari, azioni concrete e un monitoraggio più efficace. Chiesti servizi di qualità e facilmente accessibili nei settori della salute sessuale e riproduttiva e il diritto a contraccezione e aborto sicuri e legali. Chiesti programmi di educazione sessuale nelle scuole. IL DOCUMENTO
Il Parlamento europeo, nella seduta odierna ha approvato una risoluzione non vincolante nella quale si chiede che la nuova strategia post-2015 dell’UE per la parità di genere sia dotata di obiettivi chiari, azioni concrete e un monitoraggio più efficace per progredire nella lotta alla discriminazione nel mercato del lavoro, nell’istruzione e nel processo decisionale. Il Parlamento evidenzia, inoltre, che sono necessarie azioni specifiche per rafforzare i diritti delle donne disabili, migranti, appartenenti a minoranze etniche, delle donne Rom, delle donne anziane, delle madri single e le Lgbt. La risoluzione è stata approvata con 341 voti favorevoli, 281 contrari e 81 astensioni.
La relatrice, Maria Noichl (S&D, DE), ha sottolineato che, “malgrado le nostre differenze interne, i deputati si sono concentrati sul nostro obiettivo centrale: raggiungere finalmente una reale parità di genere in Europa”. Ha quindi aggiunto che “la risoluzione costituirà una base buona, equilibrata e che guarda in avanti per una nuova strategia dei diritti delle donne e per la parità di genere di tutte le donne e uomini nell’Unione europea”.
Lotta alle nuove forme di violenza contro le donne
I deputati invitano la Commissione a proporre nuove leggi che contengano misure vincolanti per proteggere le donne dalla violenza e invitano tutti gli Stari membri a ratificare al più presto possibile la Convenzione di Istanbul. Una particolare attenzione – sottolineano – deve essere dedicata alla nuove forme di violenza contro le donne, come le cyber-molestie, il cyber-stalking e il cyber-bullismo. Inoltre, il fenomeno della femminilizzazione della povertà potrebbe portare a un aumento del traffico di sesso femminile, dello sfruttamento sessuale e della prostituzione forzata. Gli Stati membri dovrebbero quindi trovare il modo di scoraggiare la domanda e mettere in atto programmi per abbandonare la prostituzione.
Equilibrio tra vita familiare e lavorativa
Un’adeguata maternità, paternità e adeguati congedi parentali sono necessari per aumentare i tassi di occupazione femminile. I genitori hanno bisogno anche di servizi di qualità per l’infanzia a prezzi accessibili, che siano compatibili con il tempo pieno lavorativo sia delle donne sia degli uomini.
I deputati sottolineano l’importanza delle forme di lavoro flessibili che permettere alle donne e agli uomini di conciliare il lavoro e la vita familiare secondo le proprie scelte.
Gli Stati membri devono lottare contro il lavoro precario e sommerso delle donne, poiché contribuisce all’aumento della povertà tra le donne. La Commissione e gli Stati membri dovrebbero adottare misure appropriate per ridurre il divario della retribuzione tra i generi e quello pensionistico.
Dal momento che la composizione e la definizione delle famiglie si evolve nel tempo, si raccomanda che le normative in ambito familiare e lavorativo siano rese più complete per quanto concerne le famiglie monoparentali e genitorialità LGBT.
Più donne nelle posizioni di comando
I deputati chiedono al Consiglio di raggiungere al più presto una posizione comune sulle quote per le donne, in quanto questo sistema si è dimostrato efficace nei Paesi che hanno già introdotto le quote obbligatorie. Invitano inoltre le autorità nazionali e comunitarie a garantire l’uguaglianza all’interno dei loro organi decisionali, proponendo sia un candidato di sesso femminile sia uno di sesso maschile per le posizioni di alto livello.
Sanità e istruzione
Il Parlamento chiede servizi di qualità e facilmente accessibili nei settori della salute sessuale e riproduttiva e il diritto a contraccezione e aborto sicuri e legali, sostenendo il diritto delle donne al controllo del proprio corpo. Programmi di educazione sessuale dovrebbero essere creati nelle scuole.
Si esorta la Commissione europea a inserire la salute sessuale e riproduttiva e i relativi diritti nella sua prossima strategia sanitaria dell’UE, al fine di garantire l’uguaglianza di genere e integrare le politiche nazionali in materia di salute sessuale e riproduttiva e relativi diritti.
Gli Stati membri vengono invitati a concentrarsi sulla prevenzione delle malattie sessualmente trasmissibili e sulle relative metodologie preventive, nonché sulla prevenzione e la ricerca finalizzate a migliorare la diagnosi precoce di malattie, quali i tumori femminili (al seno, al collo dell’utero e alle ovaie) mediante controlli/check-up (ginecologici) regolari.
Si invita la Commissione a incoraggiare gli Stati membri a promuovere il sostegno (medico) e a porre fine alla discriminazione nell’accesso al trattamento di fertilità e alla riproduzione assistita; sottolinea altresì, in tale contesto, l’importanza di sostenere l’adozione.
Integrare la prospettiva di genere all’interno e al di fuori dall’UE
I deputati invitano gli Stati membri a promuovere un’immagine equilibrata e non stereotipata delle donne nei media e nella pubblicità.
La lotta contro il bullismo e il pregiudizio contro le persone LGBTI nelle scuole dovrebbe essere parte degli sforzi dell’UE per combattere gli stereotipi di genere. L’istruzione e la responsabilizzazione svolgono un ruolo importante nella lotta contro gli stereotipi di genere e nel porre fine alla discriminazioni di genere.
L’UE dovrebbe fornire un modello per la parità di genere e per i diritti delle donne all’interno e all’esterno dei suoi confini. La prospettiva di genere e la lotta contro la violenza di genere dovrebbero essere integrate nella politica estera, di sviluppo e commerciale dell’UE.
Il Parlamento invita la Commissione a promuovere l’uso del mainstreaming di genere, il bilancio di genere e la valutazione dell’impatto di genere in tutti i settori e per ogni proposta legislativa, a tutti i livelli di governo.
Allo stesso modo, gli Stati membri dovrebbero introdurre la dimensione di genere nei loro bilanci, al fine di analizzare i programmi di governo e le politiche, il loro impatto sulla ripartizione delle risorse e il loro contributo alla parità tra uomini e donne.
QS – 9 giugno 2015