di Filippo Tosatto. Il colore dei soldi. Quelli destinati alla sanità, il maggior business delle Regioni. Che a Roma discutono il rinnovo triennale del Patto della Salute e si contendono le porzioni della torta ventilata dal Governo: 109 miliardi quest’anno, 112 nel successivo, 115 nel 2016. Questi i numeri della bozza messa a punto dopo tre giorni di confronto: «Non è ancora definitiva», precisa l’assessore veneto Luca Coletto, et pour cause. Perché il ministro Beatrice Lorenzin si è premurata di condizionare gli stanziamenti a più varianti: andamento del Pil, margini della manovra finanziaria, direttive europee… Incognite anche sui budget per l’edilizia sanitaria, 6 miliardi nel triennio, al momento sulla carta. L’anno scorso il Veneto è uscito dal ring con un assegno di 8,495 miliardi.
Stavolta – conti standard alla mano – la cifra dovrebbe salire a 8,7 inclusi i quattrini – 300 milioni, già vincolati al nuovo, ipotetico, ospedale di Padova – del fondo edile.
Ma strapparli, nel round conclusivo tra i governatori in agenda la prossima settimana, non sarà facile. L’asse lombardo-veneto punta i piedi perché sia premiato chi ha i conti in ordine e sanzionato chi spreca e si indebita. La Toscana è sulla stessa linea. Sul fronte opposto, la Campania che chiede il ripescaggio del criterio dell’indigenza (accantonato dalla riforma) nella ripartizione delle risorse, spalleggiata dalla Calabria. Le altre regioni, più o meno, assistono al tiro alla fune. La previsione è quella di una mediazione dove i soggetti «forti» rinuncino a qualche soldino a beneficio di chi arranca.
Pronto soccorso, il report. Restiamo sul versante welfare. Nell’ultimo anno i Pronto soccorso del Veneto (46 più 10 punti di primo intervento) hanno accolto e curato 1.765.213 persone, erogando loro 13.672.487 prestazioni sanitarie, pari a 7,7 per paziente, con una spesa complessiva di 178.546.137 euro, e l’impiego di 500 medici, 1.200 infermieri professionali, 300 operatori sociosanitari e 250 autisti dei mezzi. Nel 75% dei casi l’attesa media dei codici bianchi e verdi (non urgenti) per ricevere le cure si è attestata al di sotto di un’ora. Il 100% dei codici rossi – le urgenze – è stato assistito immediatamente. Nel 2013 rispetto al 2012 diminuiscono gli accessi, ma aumentano le prestazioni erogate: da 7,3 a 7,7 per paziente. È quanto afferma il rapporto annuale stilato dalla sanità regionale. «I numeri parlano forte e chiaro», è il commento del governatore Luca Zaia «e testimoniano di un sistema efficiente, considerato record europeo, e capace di erogare prestazioni di alto livello a costi ragionevoli e soprattutto in forma pressoché gratuita per chi ne ha davvero bisogno, a differenza di altri Paesi (sempre più numerosi) dove, oltre al triage sanitario, ti viene fatto anche quello alla carta di credito. Ciò nonostante, si può ancora migliorare, e lo faremo applicando le recenti linee guida per la gestione delle attese nei Pronto Soccorso che dovranno entrare in vigore ovunque a partire dal primo settembre con nuove regole e nuove figure come gli steward di sala tutte rivolte a velocizzare l’assistenza e a rendere più confortevole e informata l’attesa». «La nostra tipologia organizzativa viene studiata in mezza Europa», fa eco Coletto «ma ora ciò che conta è affinare tutta la filiera dell’attività, con un occhio di riguardo agli anziani e ai bambini, è quello che stiamo facendo». A proposito di novità: entro l’anno – è l’impegno – gli accertamenti specialistici urgenti saranno inviati direttamente al reparto o ambulatorio specifico senza passare per il Pronto Soccorso; i pazienti clinici monospecialistici (come le donne in gravidanza) saranno indirizzati direttamente allo specialista; e il ricovero di un paziente dovrà avvenire immediatamente dopo l’intervento in urgenza. Si vedrà.
Ticket: la «bufala» sul web. Confermando la loro sostanziale inattendibilità, molti siti internet sostengono che dal primo luglio cambierebbero le modalità per l’esenzione per reddito dal ticket sanitario; la circostanza – del tutto infondata – ha suscitato allarme tra gli utenti e in particolare nella terza età: «È completamente falso, è una notizia destituita di ogni fondamento, in Veneto non cambia assolutamente nulla. Uno scherzo di pessimo gusto, molto pericoloso», puntualizza la Regione.
Il Mattino di Padova – 28 giugno 2014