Quanti problemi. Una marea, a sentir loro. E come si finanziano? E dove vanno a stare? E chi paga? Ora che non si può più fare affidamento sul Cavaliere (e sulle sue fidejussioni) bisogna inventarsi qualcosa.
«Ci stiamo lavorando» raccontano gli «alfaniani» del Veneto mentre sulla calcolatrice fanno di conto per capire se uno schema simile a quello adottato dal fu Pdl (800 euro di contributo mensile dai parlamentari, 500 euro da consiglieri e assessori regionali, anche se molti tendevano a scordarsene) sia o meno replicabile nel Nuovo Centrodestra, forte sul territorio ma un po’ meno tra Camera e Senato. Probabile che nella prima fase gli «scissionisti» si affidino a qualche poderosa elargizione da parte degli stessi membri e dei simpatizzanti, giusto per mettere in moto la macchina, per poi assestarsi su un sistema di finanziamento cadenzato e routinario. Un problema, questo dei soldi, che si stanno ponendo anche nella nuova Forza Italia, anche se in modo assai più blando visto che da quelle parti Silvio Berlusconi garantisce sonni tranquilli («Restiamo però in attesa di capire come ci spartiremo i rimborsi elettorali, 18 milioni che di qui al 2017 andranno a quel che resta del Pdl» racconta un lealista).
Capitolo sedi. Il contratto di affitto del coordinamento regionale, nella zona industriale di Padova, è stato disdetto 6 mesi fa in ossequio alla spending review imposta al partito dal tesoriere Maurizio Bianconi. Dal 30 novembre, con un tempismo invidiabile, i locali saranno liberi e ciascuno potrà prendere la strada che meglio crede. Di sicuro non ci saranno coabitazioni e in tal senso aiuta l’assenza di sedi di proprietà: tutte le segreterie provinciali sono in affitto, dunque non ci sono patrimoni da spartire e per salutarsi come buoni amici sarà sufficiente rescindere i contratti. A Venezia l’alfaniano Mario Dalla Tor ha anticipato tutti, convertendo in quattro e quattr’otto la sede arredata a fine settembre per Forza Italia reloaded, in via Torino 61 a Mestre, nella prima sede veneta (e forse d’Italia) del Nuovo Centrodestra. Il contratto, d’altra parte, è intestato a lui, che prudentemente aveva sospeso la cerimonia d’inaugurazione prevista ad ottobre. Proprio in via Torino si ritroveranno sabato alle 15 le nuove leve del Ncd per un summit con il vicepresidente della Regione Marino Zorzato, mentre la sera prima, alle 20.30, i senatori Maurizio Sacconi e Franco Conte, con l’eurodeputato Antonio Cancian, raduneranno i loro fedelissimi al BHR Hotel di Treviso.
I forzisti, intanto, non stanno a guardare. Blindati a Roma da una supremazia schiacciante nei numeri, si dimostrano assai agguerriti anche qui. Domani i consiglieri regionali Leonardo Padrin, Davide Bendinelli e Mauro Mainardi si incontreranno con l’assessore al Sociale Remo Sernagiotto per definire la nascita del nuovo gruppo a Palazzo Ferro Fini: «Ormai siamo due partiti diversi – spiega Sernagiotto – Facciamo parte della stessa coalizione, e una prova al riguardo ce l’avremo probabilmente già alle prossime Europee, ma non possiamo stare insieme». Lontana, invece, qualunque ipotesi di un rimpasto nella giunta Zaia: «L’accordo elettorale non si tocca fino a fine legislatura».
Il Corriere del Veneto – 21 novembre 2013