Stop all’eccessivo sfruttamento delle risorse della pesca in Europa, tramite una riforma radicale in grado di garantire un’attivita’ ittica sostenibile e una migliore pianificazione dell’attivita’, grazie a piani pluriennali basati su dati scientifici piu’ affidabile e precisi. Lo ha oggi deciso la maggioranza dei deputati della commissione pesca dell’Europarlamento approvando un progetto di risoluzione sulla politica comune della pesca (Pcp) con 13 voti a favore, 10 contrari e 2 astensioni.
Il progetto, che passera’ al voto dell’Assemblea plenaria nel mese di febbraio, punta ad un approccio a piu’ lungo termine per mettere in opera una politica di recupero degli stock ittici, al piu’ tardi entro il 2020, e in seguito mantenere le risorse a quei livelli. Per gli eurodeputati, con un approccio a piu’ lungo termine anche l’industria ittica sara’ in grado di investire meglio e pianificare in anticipo l’attivita’ di pesca.
L’eccesso sfruttamento delle risorse, spiegano gli eurodeputati, ”e’ visto da molti come il maggior fallimento dell’attuale politica comune della pesca che risale al 2002”. La nuova Pcp entrera’ in vigore nel 2014. Secondo le stime della Commissione europea ”l’80% degli stock del Mediterraneo e il 47% degli stock dell’Atlantico sono sovrasfruttati”.
Positivi i primi commenti degli ambientalisti. Per Roberto Ferrigno, Coordinatore WWF per la Pesca ”oggi e’ una splendida giornata per i pesci. Questa e’ una tappa fondamentale per attuare una vera riforma della politica comune della pesca europea, per rendere la pesca piu’ sostenibile”. Il WWF invita ora il resto dei deputati in Parlamento a difendere questa posizione nel voto in plenaria che ci sara’ nei primi mesi del 2013.
ansa – 27 dicembre 2012