«Adesso voglio vedere correre i cantieri: il primo tratto vorrei aprirlo già nel 2018». Lunedì la Regione ha firmato con Sis il nuovo contratto per la Pedemontana, nello studio di Mestre del Alberto Gasparotti la dirigente Elisabetta Pellegrini e Matterino Dogliani di Sis sono stati fino alle dieci di sera per leggere fino all’ultima virgola dell’atto aggiuntivo e ieri mattina il presidente Luca Zaia ha chiarito che d’ora in avanti si aspetta di vedere un deciso cambio di passo negli ottanta chilometri di cantieri aperti su terreni espropriati e mal pagati e con lavori ad stadio di avanzamento sconfortante (tra il chilometro 74+075 al chilometro 87+700 si oscilla tra il 6,5 e il 4% di opere eseguite). «Adesso saranno vincolati ad un programma di lavoro serrato, se serve si faranno i doppi turni di lavoro perché adesso c’è la capacità di attivare 40-50 milioni di euro di lavori al mese e di impiegare 1.400 persone», incalza. La superstrada dovrà essere completata entro il 2020, che è pure anno di elezioni regionali.
Attualmente si lavora per 10-15 milioni; più si spostava in avanti la firma della convenzione, più lo stallo dei cantieri diventava un costo e rischiava di mettere in forse il closing bancario della concessionaria Sis. La giunta avrebbe anche voluto aspettare il parere della Corte dei Conti e dell’Anac su quel contratto, prima di firmarlo; l’avvocato dello Stato e commissario per la Pedemontana Marco Corsini ha mandato tutte le carte a Raffaele Cantone e alla Corte dei Conti e parlato di persona con Antonio Mezzera, il giudice della sezione di Controllo della Corte dei Conti che ha sollevato 13 dubbi sull’opera sollecitando altrettante risposte, puntualmente fornite dopo l’approvazione dello schema di convenzione in giunta il 16 maggio. Ma né Corte né Anac forniscono pareri preventivi. «Esattamente come non esiste un ‘autorità che certifichi i flussi di traffico, una roba da sbattere l’I-pad contro il muro», si arrabbia il presidente. L’obiettivo è scrollarsi al più presto di dosso l’aura di complicazione e stallo di quest’opera grandiosa («94 chilometri, 577 metri e 77 centimetri», sorride l’assessore alle Infrastrutture Elisa De Berti promettendo di andare a visitare uno ad uno i 38 Comuni interessati dai lavori) ma nata sotto una cattiva stella. Per volgerla in positivo, si comincia a pagare gli espropriati: entro dieci giorni Sis dovrà fornire un programma di pagamento. Nel 2018 Zaia vorrebbe aprire il primo tratto, l’unico completato all’87,5% è quello di 5,7 chilometri tra i comuni vicentini di Villaverla, Thiene, Montecchio Precalcino, Sarcedo e Breganze. Il punto dolente è il tratto della galleria di Malo sequestrato per la seconda volta dopo la morte di un operaio: il perito del Tribunale e Sis stanno ancora decidendo se la struttura per la messa in sicurezza debba avere viti e bulloni marchiati Ce o meno, spiega l’ingegnere Giuseppe Fasiol, responsabile uno del procedimento.
Confermata anche la cancellazione dell’addizionale Irpef. Oggi il vicepresidente Gianluca Forcolin in commissione poterà la cancellazione della manovra dal bilancio. Non si pagherà l’addizionale grazie allo spacchettamento in due tranche del mutuo da 300 milioni contratto dalla Regione con Cassa Depositi e Prestiti , 140 l’anno prossimo con una rata da pagare di 7 milioni e 750mila euro, la seconda da 160 nel 2019 e la rata diventerà di 16 milioni l’anno. «E dobbiamo pure capire dove reperire le risorse», sorride Forcolin che presenterà l’ipotesi stamattina a Palazzo Ferro Fini. Allora perché la giunta ha fatto votare il consiglio sull’addizionale? «Stavamo già trattando col privato ma non sapevamo se avrebbe accettato perché lo spacchettamento gli causa 15 milioni di costi finanziari – spiega Zaia – Comunque, non è stato un giro di palo, in consiglio: tutte le osservazioni sono state recepite e in base a quelle abbiamo cambiato il contratto». Tutte eccetto le esenzioni per i residenti, revocate per aumentare i flussi di traffico a 27mila auto e abbassare i pedaggi del 23% per le auto e del 16% per i camion e rendere la strada più appetibile. E sui pedaggi sarà la Regione ad accollarsi il costo dell’Iva al 22%.
Il Corriere del Veneto – 31 maggio 2017