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Pensioni anticipate, ma non per tutti. “Vanno agevolati chirurghi e autisti”. Si allarga la platea dei lavori usuranti. E Poletti: prima i disoccupati

di Claudia Marin. Da uno a dieci anni di anticipo dell’età pensionabile, a seconda del tipo di lavoro «usurante» svolto. Con ampliamento dell’elenco delle attività usuranti e dei requisiti richiesti per la loro concreta individuazione, fino a comprendere medici-chirurghi esposti a fattori di rischio, autisti di autobus e Tir e lavoratori del settore edile. E così, nel day after del primo summit sulle pensioni tra governo e sindacati, mentre il ministro Giuliano Poletti fa sapere che la partita della flessibilità in uscita è tutta da giocare. Ma attenzione: sarà a costo zero per i disoccupati perché – dice Poletti – «se ho un euro lo metto su chi ha perso il lavoro».

Poi rilancia sugli 80 euro per le pensioni minime e un alleggerimento degli oneri per il riscatto della laurea ed emerge una proposta già articolata – firmata dal senatore Pietro Ichino (oltre che dalla ex 5 Stelle Serenella Fucksia) – destinata, secondo fonti governative beninformate, a confluire nel pacchetto di revisione della riforma Fornero. E, d’altra parte, proprio Matteo Renzi ha fatto esplicito riferimento ai lavori usuranti come a un ambito nel quale intervenire.

Ma andiamo con ordine. La legge Fornero del 2011 ha eliminato il beneficio fisso dei 3 anni di anticipo della pensione per coloro che svolgessero attività usuranti, faticose o notturne come individuate nelle tabelle predisposte ad hoc. Al posto dell’anticipo è stato previsto come unico meccanismo di uscita il sistema delle vecchie «quote» (intese come somma tra l’anzianità contributiva minima e l’età anagrafica) stabilite per le pensioni di anzianità di una volta. Con incremento delle età, dal 2016, di altri 4 mesi per via del nesso con l’aspettativa di vita.

Il risultato, a conti fatti, è consistito nell’eliminazione di fatto di questa via d’uscita anticipata. Tanto che il relativo fondo è stato destinato a altri utilizzi. Da qui la proposta di Ichino, che punta a rivedere e ampliare l’elenco delle attività usuranti, definire limiti di età per andare in pensione variabili in relazione a molteplici fattori di usura, eliminare il vincolo dello svolgimento di metà degli anni di lavoro in attività usuranti e prevedere un continuo aggiornamento della tabella relativa.

La proposta, leggiamo nel testo, ipotizza l’estensione dei lavori usuranti «ai conducenti di veicoli pesanti adibiti al trasporto di merci di lunga percorrenza», agli «esposti nelle diverse categorie professionali a cancerogeni, ai medici-chirurghi esposti a radiazioni ionizzanti, agli addetti con diverse mansioni al settore edile». Quest’ultima categoria, nello specifico, «si caratterizza per l’alto rischio infortunistico, l’elevata prevalenza di malattie professionali, un elevato tasso di mortalità in generale e per svariate neoplasie».

Dal punto di vista dell’anticipo, si prevede l’introduzione di un requisito anagrafico ridotto da uno a dieci anni, in misura proporzionale al tipo e al periodo di attività usurante svolto.

IN PARTICOLARE, a ciascuna categoria, è previsto venga assegnato un punteggio, dato dal prodotto tra gli anni di lavoro e il coefficiente usurante associato alla mansione svolta, come valutato e quantificato da apposita Commissione tecnico-scientifica. Non solo. Per chi ha svolto attività usuranti, si ipotizza una maggiorazione dei livelli del trattamento pensionistico in misura proporzionale alla tipologia e al periodo di attività lavorativa svolto.

di CLAUDIA MARIN – QN – 26 maggio 2016 

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