La parola fine alla storia degli esodati della riforma Fornero verrà scritta nella legge di Stabilità. Lo dice chiaro il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan. E lo conferma il suo collega del Lavoro, Giuliano Poletti. Il Governo s’impegna a utilizzare le eventuali risorse «disponibili e accertate» per dare copertura a un eventuale «nuovo ma definitivo intervento di salvaguardia» dei lavoratori esodati, ha affermato Padoan. Sottolineando ancora una volta che l’operazione si farà con apposite autorizzazioni di spesa sugli anni futuri con il «recupero delle economie accertate per gli esercizi pregressi». Tradotto: non c’è alcun “fondo esodati” da cui sono state sottratte risorse e per la nuova e ultima salvaguardia serve una norma che autorizzi la nuova spesa. Una spesa in più ma nel pieno rispetto dei saldi programmatici appena inseriti nella Nota di aggiornamento al Def.
Davanti alle commissioni riunite Bilancio e Lavoro di Camera e Senato i due ministri arrivano dopo il vertice preparatorio del giorno prima a palazzo Chigi. La materia è diventata incandescente dopo i passaggi tecnici del 7 agosto e del 9 settembre scorsi in Commissione Lavoro. E ora va chiusa «perché bisogna cambiare l’aspettativa che deteriora», dice Padoan dopo aver riassunto i risultati degli interventi fatti finora. Nei prossimi giorni i tecnici dei ministeri e dell’Inps verificheranno in una Conferenza dei servizi i risparmi effettivi (si era parlato di 500 milioni nel 2013 e 2014) e poi si procederà alla stesura della relativa norma di spesa. Una soluzione è allo studio anche per le donne che intendono andare in pensione con 58 anni e 35 di anzianità con maturazione dei requisiti (e non solo decorrenza della pensione) entro fine anno, ha assicurato Poletti. Ma anche in questo caso serve una nuova autorizzazione di spesa. E anche qui il tema s’incrocia con quello della flessibilità, visto che nei giorni passati s’è parlato di «nuova opzione donna» per consentire alle lavoratrici di uscire dal 2016 a 62-63 anni con 35 di contributi e una riduzione dell’assegno pari a circa il 10% per tre anni di anticipo rispetto all’età di vecchiaia.
Poletti e Padoan hanno anche affrontato il tema della flessibilità in uscita, al centro della discussione e che lo stesso premier, Matteo Renzi, vorrebbe inserire in manovra. E non è da escludere che le misure che saranno definite non finiscano per risolvere in maniera organica e strutturale situazioni specifiche e platee che comprendono sia gli esodati rimasti finora esclusi dalle salvaguardie sia lavoratori senior o disoccupati senior di lunga data.
Il punto di vista dell’Economia è molto netto:?forme di flessibilità potrebbero essere utili per specifici gruppi vicini all’età di pensionamento. Ma vanno adottate tenendo contro di tre aspetti cruciali:?un progressivo aumento dell’età pensionabile non si può evitare quando la speranza di vita cresce; secondo, il controllo della spesa pensionistica è fondamentale per la riduzione del debito pubblico e, terzo, un meccanismo attuariale potrebbe non bastare da solo per assicurare gli obiettivi di aumento dell’età di ritiro e adeguatezza della pensione.
I ministri non hanno dato dettagli né ipotesi di stanziamento (le voci in circolazione parlano di 800 milioni o un miliardo) su cui si sta ragionando per la flessibilità. Mentre hanno insistito sui vincoli di bilancio da osservare.
L’idea di accorpare tutto in manovra non piace però ai sindacati. «Il Governo – ha attaccato il segretario della Cisl Annamaria Furlan – non può confondere i termini della discussione, facendo il gioco delle tre carte su esodati, opzione donna e flessibilità pensionistica». Per la Cgil, «affrontare gli esodati in legge di stabilità vuol dire non avere niente sul tavolo». Padoan in mattinata ha anche incontrato Angelino Alfano: «Noi vogliamo una legge finanziaria che abbia due pilastri: uno nel Sud e uno nella famiglia», ha detto il ministro dell’Interno. E l’incontro è avvenuto «su questi temi». (Davide Colombo – Il Sole 24 Ore)
Ma il ministro avverte: copertura da trovare
Luisa Grion. Ci sarà la flessibilità, ci sarà la settima salvaguardia per gli esodati e anche l ‘estensione della cosiddetta «opzione donna» a chi matura i requisti nell’anno in corso: tutto nella prossima legge di Stabilità da varare entro la metà di ottobre. Parlando davanti al Parlamento, e pur precisando che ogni cosa dovrà essere fatta «compatibilmente con il quadro di finanza pubblica», ieri il ministro Padoan – per la prima volta – ha dato il via libera ad una modifica della riforma Fornero, assicurando che il governo è «impegnato » ad analizzare la questione della flessibilità in uscita nella manovra 2016. L’operazione sarà complessa, visto che nella legge – oltre alla possibilità di andare in pensione prima accettando un assegno decurtato – ci dovrà essere anche la settima salvaguardia, quella che dovrebbe mettere il punto definitivo sul caso esodati. E sempre la legge di Stabilità, dovrà contenere anche l’estensione a tutto il 2015 della «opzione donna », formula che permette alle lavoratrici di andare in pensione con 58 anni di età e 35 di contributi. I tagli all’assegno sono, in quel caso, pesantissimi (30 per cento in media), ma per molte lavoratrici oggi disoccupate l’opzione dà la possibilità di accedere comunque ad un reddito.
Le intenzioni del governo dovranno però fare i conti con le risorse disponibili, sia per quanto riguarda la flessibilità in uscita (che sarà selettiva), che sugli esodati. La settima salvaguardia- ha detto il ministro Poletti sempre al Parlamento – sarà circoscritta «ai casi socialmente più rilevanti». Anche qui è questione di copertura. Padoan in Aula ha riferito gli ultimi dati disponibili : le sei operazione di tutela finora avviate hanno interessato una platea di oltre 170 mila persone. Al 10 settembre, le certificazioni accolte o in giacenza all’Inps erano 121.500, le pensioni liquidate 83.400. Ad oggi, sottolinea il governo, «non è ancora possibile effettuare un consuntivo» e le economie di spesa «vanno certificate». Mancano due passaggi: la Conferenza dei servizi dovrà documentare le risorse spese e quelle risparmiate, e lo sblocco dei fondi da parte del governo con una norma di legge in deroga al principio dell’annualità . Ma alle pensioni ancora da liquidare, vanno aggiunti altri 49.500 esodati (dato Inps) che matureranno i requisiti per l salvaguardia nei prossimi anni. «Siamo d’accordo con Padoan che vada trovata una soluzione definitiva per gli esodati: perché lo sia davvero deve avere risorse e un numero di lavoratori salvaguardati assai robusti » ha detto Cesare Damiano, presidente Commissione Lavoro della Camera. «I lavoratori martoriati dalla Fornero vanno tutti tutelati» ha precisato Marialuisa Gnecchi, membro della Commissione.
Non risparmi già accantonati, ma risorse nuove saranno invece necessarie per finanziare la flessibilità in uscita. Problema non da poco, ecco perché, invece di costruirci una vera e propria staffetta generazionale, la misura potrebbe essere riservata solo lavoratori anziani che perdono il posto. (Repubblica)
25 settembre 2015