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Pensioni: nuovi assegni calano del 46,9%. Età sale 61,3 anni

L’età media per l’accesso alla pensione nel privato è stata di 61,3 anni, un anno in più rispetto ai 60,4 anni registrati nel 2011. Crollo delle nuove pensioni nei primi sei mesi del 2012: gli assegni liquidati dall’Inps – secondo quanto risulta all’Ansa – sono stati 84.537 con un calo del 46,99% rispetto allo stesso periodo 2011(erano 159.485).

Il dato è l’effetto della finestra mobile e dello scalino scattati nel 2011 mentre la riforma Fornero avrà impatto dal 2013. I dati Inps sul calo delle nuove pensioni dimostrano che le riforme “hanno funzionato” e che il sistema previdenziale “è stato messo in sicurezza”: lo afferma il presidente Inps, Antonio Mastrapasqua in un colloquio con l’Ansa – precisando che “questi sono dati dell’economia reale del Paese. E’ un segnale per l’Europa e per i mercati”.

Nei primi sei mesi del 2012 l’età media per l’accesso alla pensione nel privato è stata di 61,3 anni, un anno in più rispetto ai 60,4 anni registrati nel 2011. E’ quanto emerge da tabelle Inps che l’Ansa è in grado di anticipare. L’eta media è superiore di due anni rispetto alla Francia (59,3 anni) e vicina a quella tedesca (61,7 anni). Il dato sull’aumento dell’età media di pensionamento risente soprattutto dell’effetto combinato dello scalino per la pensione di anzianità e dell’introduzione della finestra mobile mentre non tiene ancora conto della riforma Monti-Fornero che dispiegherà i suoi effetti a partire dal 2013.

Il dato sul crollo delle nuove pensioni non tiene conto delle pensioni Inpdap, dal 2012 incorporato nell’Inps, è il risultato soprattutto dell’introduzione nel 2011 della finestra mobile (12 mesi di attesa per i dipendenti, 18 per gli autonomi una volta raggiunti i requisiti) e dello “scalino” previsto dalla riforma Damiano sempre per il 2011 per la pensione di anzianità con le quote (da 59 a 60 anni l’età minima a fronte di almeno 36 anni di contributi).

Il calo del 46,99% delle pensioni liquidate è il risultato soprattutto del crollo dei nuovi assegni per i lavoratori autonomi che hanno raggiunto i requisiti nel 2011 ma hanno dovuto attendere 18 mesi per il collocamento a riposo (-73,82% per le pensioni dei coltivatori diretti, -67,43% per gli artigiani, -64,84% per i commercianti). Per i lavoratori dipendenti il calo delle nuove pensioni nel complesso è stato del 35,58% (da 103.043 trattamenti a 66.385).

Sono diminuite soprattutto le pensioni di vecchiaia (-51,09%) passando da 77.591 dei primi sei mesi del 2011 a 37.952 dello stesso periodo 2012. In particolare le pensioni di vecchiaia dei lavoratori dipendenti sono passate da 44.652 a 34.104 (-23,62%) mentre quelle dei lavoratori autonomi hanno avuto riduzioni superiori all’80%. Per i coltivatori diretti si è avuto un calo dell’86,62% (da 7.551 a 1.010), per gli artigiani dell’88,72% (da 11.505 a 1.298) e per i commercianti dell’88,91% (da 13.883 a 1.540).

Le pensioni di anzianità sono diminuite nel complesso del 43,12% passando da 81.894 a 46.585 con un calo consistente soprattutto per i dipendenti (-44,72%, da 58.391 a 32.281) sempre grazie all’effetto combinato dello scalino e della finestra mobile che ha rinviato il collocamento a riposo. Nel 2012 quindi stanno andando ancora in pensione di vecchiaia nel settore privato gli uomini a 65 anni e le donne a 60 raggiunti nel 2011 ai quali si aggiungono i 12-18 mesi della finestra mobile mentre per la pensione di anzianità basta la quota 96 tra età e contributi (con 60 anni di età minima) o i 40 anni di contributi a qualsiasi età (sempre aggiungendo la finestra mobile).

 Ansa – 28 luglio 2012

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