Le adesioni procedono e sfiorano quota 150 Paesi mentre da oltre confine si attendono almeno 8 milioni di visitatori. «Un successo l’evento – spiega Maroni – un successo al quadrato il post». «Stiamo recuperando – commenta Sala – sono abbastanza sereno».
Toni diversi, forse inevitabilmente. Più “estremo” il politico – Governatore della Lombardia –, più prudente il manager – Commissario Unico Expo – colui che in fondo ha concretamente sulle spalle la responsabilità finale dell’evento. Al meeting di Rimini entrambi tendono comunque a rassicurare la platea sull’avanzamento dei lavori in vista dell’appuntamento con l’Esposizione Universale di Milano. «Sarà una grande corsa – aggiunge Giuseppe Sala – ma in questi mesi abbiamo recuperato molto terreno». Le adesioni procedono, sfiorano quota 150 paesi e all’estero sono già stati venduti 5 milioni di biglietti, un milione dei quali in Cina. La macchina organizzativa comincia a scaldare i motori, si preparano i pacchetti turistici da proporre ai visitatori (se ne attendono 6-8 milioni dall’estero), si inizia la selezione dei volontari (saranno 10mila in tutto) che si aggiungeranno ai 10mila addetti ogni giorno impegnati nell’evento, si impostano accordi con i Comuni italiani per diffondere il più possibile la “risorsa” turistica in arrivo sull’intero territorio nazionale. Il tempo in effetti scorre, mancano appena 40 settimane al via, e forse per questo Sala prova a stringere qualche “bullone”, infastidito ad esempio dalle continue polemiche sulle opere d’arte da inserire in agenda. «I Bronzi di Riace? Credo che questo dibattito debba finire in pochissimi giorni, altrimenti meglio concentrarsi su altre cose – dice il Commissario Unico –, più che dichiarare bisognerebbe capire se c’è l’opportunità. Può essere una buona opportunità però bisogna saperlo. Non credo in operazioni dell’ultimo momento». Concetto ribadito più tardi, al termine del suo intervento nella tavola rotonda dedicata proprio all’Expo, con l’invito a tutti i soggetti coinvolti a smetterla con gli annunci: parlare quando si può – spiega – questo è il momento della concretezza. Gli ultimi inciampi organizzativi paiono superabili, anche se il tempo stringe. «Sul bando del Padiglione Italia relativo all’Albero della Vita – spiega Sala – abbiamo 15 giorni per trovare una soluzione, stiamo lavorando con il commissario Cantone e porteremo una proposta che funzioni sotto il profilo delle procedure». Trovato l’accordo anche con la Ue per una consegna parziale anticipata del padiglione europeo. «C’era una distanza di tempi di 25 giorni – spiega Sala – ora il problema sembra risolto». A Sala arriva l’appoggio totale del presidente dell’Anci Piero Fassino («meno male che c’è lui»), che chiede uno sforzo corale per far sì che l’Expo non sia “letto” attraverso le inchieste della magistratura ma piuttosto visto come un grande successo del Paese. Ottimista (anzi, come detto, più ottimista) sull’evento anche Roberto Maroni, presidente della Regione Lombardia – che non vede problemi («qualche scaramuccia fra istituzioni sui Bronzi – per i quali la parola finale spetta a Franceschini – ma nulla più») neppure per il “dopo”, per la fase di riutilizzo del sito al termine dell’Esposizione. «Il bando da 315 milioni per l’utilizzo successivo dell’area – spiega – andrà avanti, le offerte vanno presentate entro il 14 novembre ma credo che avremo solo il problema di scegliere tra le proposte. Tuttavia, nel caso andasse deserto abbiamo pronto il piano B, cioè l’assegnazione di lotti separati. L’Expo sarà un successo e il dopo Expo un successo al quadrato». Infrastrutture, anticontraffazione, turismo e lavoro sono temi su cui la Regione è impegnata per mettere a frutto l’evento. Con investimenti aggiuntivi nella sanità per creare un sistema di sicurezza disponibile «h24», in grado di assistere tutti i visitatori e di intervenire in ogni circostanza: dal semplice malore al focolaio di epidemia.
Il Sole 24 Ore – 30 agosto 2014