Parlando ad una conferenza sulla Peste suina africana (ASF), il professor Franz Conrath, del Friedrich Loeffler Institute, l’istituto di ricerca federale tedesco per la salute degli animali, ha avvertito che, a causa dell’alto traffico di animali attraverso i paesi infetti del Baltico, esiste una concreta minaccia di diffusione dei focolai di ASF in Europa e in Germania.
Secondo Conrath alcune persone hanno “manipolato impropriamente” animali infetti e che “il cattivo comportamento umano” è un fattore importante nella diffusione della malattia. Negli ultimi due anni ci sono stati numerosi focolai di ASF (malattia che provoca l’aborto spontaneo nelle scrofe gravide, è altamente contagiosa, e uccide i maiali in pochi giorni) in Polonia, Lituania, Lettonia, Bielorussia e Ucraina. La diffusione può essere avvenuta attraverso il contatto diretto tra gli animali, attraverso le apparecchiature condivise tra le aziende agricole o attraverso le zecche.
In un’intervista a GlobalMeatNews, Conrath ha detto che da oltre un anno cerca di evidenziare la necessità di prendere seriamente in considerazione il rischio di una diffusione in Germania, dato che eventuali focolai avrebbero gravi conseguenze e sarebbe difficile controllare la malattia a causa delle grandi popolazioni di cinghiali presenti sul territorio.
“Se ci fosse un focolaio nella popolazione di suini domestici ci sarebbero abbattimenti e restrizioni commerciali per controllarla. Ma temo che in Germania la malattia potrebbe avere conseguenze più gravi rispetto ai paesi baltici perché sarebbe difficile controllare eventuali focolai nella popolazione di cinghiali”.
Conrath ha spiegato che gli sforzi per ridurre al minimo il rischio di diffusione della ASF attraverso i confini sono stati focalizzati sul mantenimento della consapevolezza dell’esistenza della malattia tra la popolazione, e sull’aumento della sorveglianza della popolazione di cinghiali. Tuttavia il fatto che la Germania sia circondata da altri Stati membri dell’UE e abbia confini molto estesi, pone un limita a quello che chiunque potrebbe fare per evitare la diffusione della pestre suina africana nel paese.
Fonte Global Meat News (da Unaitalia) – 25 giugno 2015