La Regione, in questi giorni, ha inviato ai Servizi veterinari delle Ulss 8 Berica e 9 Scaligera, interessate dall’inquinamento da Pfas, il documento che fissa le specifiche tecniche per il campionamento di pesci d’acqua dolce selvatici che dovrà essere eseguito in tempi strettissimi, tra il 15 maggio e il 15 giugno. Il piano di campionamento per il monitoraggio degli alimenti in relazione alla contaminazione da sostanze perfluoroalchiliche, disposto dalla Dgr 2133 del 23 dicembre 2016, che prevede, nei 21 comuni che costituiscono l’area a rischio, il campionamento di diverse matrici sia di origine vegetale che di origine animale, in un primo momento escludeva e lasciava a una valutazione successiva l’opportunità di prelevamento dei campioni di pesci di pescicoltura e da pesca sportiva, considerando per quest’ultima categoria le specie edibili, e basandosi sulla distribuzione dei bacini idrologici.
Lo screening sugli alimenti è partito alla fine del 2016, con la raccolta di campioni di latte, uova, suini, bovini da carne e avicoli, oltre a varie specie vegetali commestibili.
Le specie ittiche d’acqua dolce sono tra gli organismi in cui le sostanze perfluoralchiliche, e in particolare i Pfos, tendono a concentrare maggiormente, e quindi uno specifico e ben mirato monitoraggio potrebbe fornire elementi utili sia da un punto di vista sanitario che ambientale.
La Regione annuncia che sono state individuate dallo specifico Gruppo di lavoro regionale le specie ritenute indicative poiché oggetto di pesca sportiva e di possibile consumo, che sono carpa, barbo, siluro, cavedano e tinca. Per quest’ultima specie, ormai rarissima in queste zone, sarà difficile trovare esemplari.
La numerosità campionaria, pari a 85 esemplari, è stata stimata, si legge nel documento, con gli stessi criteri utilizzati per le altre matrici alimentari, “basandosi sulle informazioni ottenute dal precedente campionamento eseguito sugli alimenti prodotti in alcune aree della Regione del Veneto (Dgr n. 1570 del 26 agosto 2014)”. Ma si tratta di specie anche in parte diverse da quelle prelevate e analizzate due anni fa.
Sono state ora “scelte” anche le aste fluviali per la raccolta dei campioni, che sono il fiume Guà ed il fiume Fratta e alcuni effluenti. Verrà effettuato un sopralluogo per l’individuazione di almeno 5 punti di prelievo per provincia distribuiti nei comuni di interesse. I punti di prelievo “saranno individuati sulla base della presenza frequente di pescatori (punti di interesse aliueutico) e sarà consultato il Consorzio di bonifica per una verifica sulla zona di origine dell’acqua”. La raccolta dei campioni deve essere effettuata, quindi, in un paio di settimane e terminata entro il 15 giugno dai Servizi veterinari competenti per territorio, dalla Polizia provinciale e dal Servizio caccia e pesca. Ciascun campione deve essere costituito da almeno 100 grammi di muscolo e andrà conferito ai laboratori dell’Izsve.
Intanto, i Servizi veterinari delle aziende sanitarie interessate continuano anche i controlli sui pozzi da cui attingono le aziende agricole e gli allevamenti.
3 giugno 2017