“Gli 80 milioni messi a disposizione per sanare il territoriocontaminato da Pfas sono un risultato eccezionale ottenuto grazie al lavoro della Commissione bicamerale sul ciclo dei rifiuti e alla forte volontà del Governo di intervenire tempestivamente sui temi che riguardano la sicurezza sanitaria e la qualità ambientale”. Lo dice Laura Puppato, capogruppo PD in Commissione.
“Fin da quando sono emerse le prime notizie ho chiesto e ottenuto dalla commissione di attivarsi immediatamente sul tema ed è subito stato chiaro come il problema si potesse risolvere prima, qualora la Regione avesse verificato lo stato delle acque conseguente alle lavorazioni della zona vicentina, si è invece dovuto attendere lo studio del CNR richiesto dal ministero per rilevare la gravità dell’inquinamento subito dalla zona – ha detto ancora Puppato – è chiaro che lo Stato ha bisogno di un interlocutore affidabile sul territorio che ammetta propri deficit e riconosca la quantità e celerità di intervento governativo senza utilizzo delle istituzioni a fine politico, come già successo sui fondi dati al Veneto per gli eventi meteorologici avversi tra il 2013 e il 2015”.
“Come noto non basta richiedere i fondi per avere titolo ad ottenerli, serve un lavoro continuo e coordinato, come dimostra anche il caso di Ca’ Felissine, ancora al palo, nonostante le richieste trentennali. Solo ora si sblocca anche quella situazione. Credo che da parte di tutti serva maggiore cooperazione tra i livelli e non solo la ricerca di uno scontro continuo e inutile” ha concluso.
Moretti (Pd): “Il governo dimostra che la salute dei cittadini rappresenta una priorità”
“Gli ottanta milioni stanziati dal Governo per i Pfas rappresentano un contributo fondamentale, ma da solo non basta. Adesso tocca alla Regione Veneto fare la propria parte, e in fretta, perché la salute dei cittadini deve rappresentare una priorità”. Alessandra Moretti, capogruppo in Consiglio regionale del Partito Democratico commenta così la decisione di Palazzo Chigi di destinare ottanta milioni per risanare i territori contaminati da sostanze perfluoroalchiliche in Veneto. “Risorse che potranno essere investite sia per gli interventi strutturali, come depurazione e manutenzione degli acquedotti, sia per la risoluzione dei problemi ambientali. La programmazione 2014-2020 del Governo relativa ai Fondi sviluppo e coesione destinati all’ambiente, prevede 826 milioni da impiegare per interventi prioritari di bonifica dei siti di interesse nazionale e delle discariche, quindi ben il 10% del totale riguarda il delicato tema dei Pfas” si legge in una nota diffusa dalla capogruppo del Pd in Consiglio regionale.“Anziché polemizzare sempre con il Governo senza assumersi le proprie responsabilità, Zaia si muova immediatamente – prosegue la Moretti – questo problema poteva essere risolto prima se non avessimo dovuto aspettare lo studio sull’inquinamento delle acque da parte del Cnr, richiesto proprio dal ministero dell’Ambiente, non certo dalla Regione. Adesso i soldi ci sono, non perda tempo, come accaduto con i danni del maltempo nel Trevigiano di due anni fa per l’esondazione del torrente Lierza, nessun indennizzo perché la richiesta è arrivata al di fuori dei termini, dopo ben sei mesi dalla tragedia”.
Berti (M5S): “Ci accusavano di fare allarmismo, ma questo stanziamento la dice lunga”
“È di oggi l’annuncio che sono in arrivo, nella nostra regione, risorse governative per 80 milioni di euro destinate ad interventi conseguenti all’emergenza Pfas”. Sono le parole con le quali il Consigliere regionale del Movimento Cinque Stelle Jacopo Berti interviene sulla questione relativa alla contaminazione da sostanze perfluoroalchiliche che ha interessato vaste aree del Veneto. “Le risorse – continua – potranno essere investite sia per gli interventi strutturali, come lavori sugli acquedotti, sia per la risoluzione dei problemi ambientali. Il Ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti, ha annunciato interventi strategici per l’adeguamento e il potenziamento degli acquedotti e per il superamento delle criticità ambientali legate alla contaminazione da Pfas nel distretto delle Alpi Orientali”. “Quello dei Pfas – prosegue Berti – è un problema di cui non si parlava prima del nostro arrivo. Qualcuno aveva provato a sollevarlo, ma veniva schiacciato dai poteri forti che difendono gli interessi delle aziende anziché quelli dei cittadini. Il Movimento Cinque Stelle ha saputo evidenziare il problema e portare le prove del danno che queste sostanze tossiche nell’acqua provocano alla nostra salute. La Regione negava, faceva muro, ci dava degli allarmisti. Allora ci siamo rivolti ai cittadini, per fare pressione, e alle istituzioni centrali, all’Istituto Superiore di Sanità e ai ministri. Oggi l’annuncio del governo chiude almeno una questione: non siamo allarmisti, ma semplicemente realisti. E la Giunta, irresponsabile. Questo è il lavoro straordinario che può fare un’opposizione: scoprire, informare, fare pressione per ottenere qualcosa nell’interesse comune”. “Ora il Movimento Cinque Stelle – aggiunge l’esponente pentastellato – vigilerà sull’effettivo stanziamento e utilizzo dei fondi. Speriamo che questo non resti un annuncio, fatto magari in vista della votazione alla Camera della relazione della commissione Ecomafie proprio sulla regione Veneto, che dedica grande spazio alla questione Pfas e alla discarica di Pescantina. Per questo continuiamo a fare pressione affinché entro fine anno i soldi siano reali. Se questi soldi arriveranno, inoltre dovremo vigilare sul loro utilizzo”. “Resta tuttavia – conclude Berti – un grande punto interrogativo sul coinvolgimento della Miteni. Che fine ha fatto il principio “chi inquina paga”? Perché i danni causati dalla Miteni devono essere pagati con soldi pubblici e non da chi il danno lo ha causato? Abbiamo già chiesto che sia la Miteni a pagare le spese e cogliamo questa occasione per ribadirlo. L’emergenza va risolta in fretta, quindi vogliamo che i soldi statali arrivino. Ma la nostra idea di giustizia è che l’azienda che ha causato il danno rimborsi lo Stato e paghi la differenza necessaria a completare le opere di messa in sicurezza dell’area”
1 settembre 2016