Chi, e soprattutto quando, renderà noti i dati disaggregati dello studio condotto dall’Istituto Superiore di Sanità su 600 persone residenti nelle zone del Veneto contaminate dalle sostanze perfluroalchiliche (Pfas)? A chiederlo è il senatore vicentino del Movimento Cinque Stelle, Enrico Cappelletti, che, per tagliare la testa al toro, ha presentato un’interrogazione al ministro della Salute Beatrice Lorenzin, dopo essere stato rimpallato tra Ministero, Iss e Regione. Il 25 febbraio scorso il senatore Cappelletti ha presentato un’interrogazione ai ministri della Salute e dell’Ambiente, chiedendo di conoscere gli esiti del biomonitoraggio. Il 6 luglio gli ha risposto il sottosegretario alla Salute, Vito De Filippo, precisando che i dati sono stati illustrati, il 20 e il 21 aprile 2016, da Loredana Musmeci, responsabile scientifico dello studio per l’Iss. De Filippo ha aggiunto che per l’area a esposizione incrementale degli inquinanti sono stati selezionati i comuni di Montecchio Maggiore, Lonigo, Brendola, Creazzo, Altavilla, Sovizzo, Sarego.
Per l’area di controllo sono stati invece presi in esame Mozzecane, Dueville, Carmignano, Fontaniva, Loreggia, Resana, Treviso. Lo stesso giorno Cappelletti ha chiesto, al presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, di poter accedere ai dati, «con particolare riferimento ai risultati disaggregati divisi comune per comune». Il 29 luglio la succitata dottoressa Musmeci ha precisato che «quanto richiesto risulta essere stato emesso su precisa e specifica della Regione Veneto che, ad ogni buon conto, risulta detentore stabile dello stesso: in considerazione di questo si ritiene che sia la Regione Veneto stessa a dover rendere disponibile, con esito positivo, la documentazione richiesta». Insomma, una specie di gioco dell’oca, al quale Cappelletti si ribella, chiedendo al ministro Lorenzin «se intenda intervenire affinchè siano resi di pubblico dominio i risultati disaggregati del citato studio di biomonitoraggio».
Il Mattino di Padova – 8 agosto 2016