La procura di Vicenza ha acquisito i dati del monitoraggio realizzato dalla Regione Veneto e dall’Istituto superiore di Sanità. Lo studio, presentato la scorsa settimana, ha rivelato la presenza di Pfas nel sangue degli abitanti di alcune zone delle province di Vicenza, Verona e Padova. E adesso proprio quella ricerca diventa parte integrante del fascicolo aperto dalla magistratura berica che indaga sulla contaminazione dell’acqua di falda.
Titolare dell’inchiesta è il pubblico ministero Barbara De Munari, chiamata a fare luce su quello che, dati alla mano, sembra essere un disastro ambientale di grandi dimensioni, visto che coinvolge un territorio che conta 250mila residenti. Le ipotesi di reato potrebbero però spingersi ben oltre, soprattutto se in futuro si dovesse accertare la correlazione tra l’assunzione delle sostanze perfuoroalchiliche e alcune malattie la cui incidenza, secondo alcuni esperti, sarebbe più elevata nella popolazione dell’Ovest Vicentino.
Per ora, da parte della procura vige il massimo riserbo, anche se l’acquisizione del biomonitoraggio ordinato dalla Regione Veneto potrebbe dare un’accelerata all’intera inchiesta.
Lo studio, realizzato dagli esperti dell’Iss, comprende le analisi effettuate su un campione di 507 persone residenti nell’area di maggiore impatto (Montecchio Maggiore, Lonigo, Brendola, Creazzo, Altavilla, Sovizzo, Sarego) e in quella esclusa dall’allarme (Mozzecane, Dueville, Carmignano, Fontaniva, Loreggia, Resana, Treviso). Il raffronto ha confermato le preoccupazioni che, nella zona, circolavano da tempo: nel sangue sono state rilevate concentrazioni «significativamente superiori» di Pfas rispetto al resto della popolazione, al punto che ora scatterà una maxi-campagna sanitaria dedicata a 250mila residenti fra le tre province esposte.
Mentre proseguono le indagini della procura, ieri l’amministratore delegato della Miteni – l’azienda indicata come la principale responsabile dell’inquinamento – Antonio Nardone è volato in Germania per incontrare i soci (dal 2009 l’azienda è di proprietà della multinazionale tedesca Weylchem) e relazionarli anche in merito alla questione Pfas.
Un tema che continua ad avvelenare anche la politica. Il sottosegretario Barbara Degani aveva rivendicato le iniziative intraprese dal ministero dell’Ambiente sul fronte della contaminazione, accusando piuttosto la Regione di non sedersi «ai tavoli dove vengono discussi i problem»i. Ieri è così arrivata la replica del governatore Luca Zaia: «Prima delle polemiche, anche per Degani dovrebbe venire il bene dei cittadini, dunque in questo caso la loro salute. Dobbiamo lavorare tutti assieme per far sì che i veneti non abbiano danni e soprattutto per risalire ai responsabili. Da parte della Regione la posizione è chiara: alzo zero». Ma intanto nei territori interessati dal problema restano ancora da sciogliere diversi nodi. A cominciare da quello della messa in sicurezza della falda e dei pozzi, rispetto a cui la Regione deciderà una strategia una volta che saranno completate le analisi dell’Arpav. Nell’attesa i municipi cercano di coordinarsi. Achille Variati, presidente della Provincia di Vicenza su cui insiste una parte rilevante dell’area maggiormente esposta alle Pfas, ha fissato per la prossima settimana un vertice con i Comuni, le Usl 5 e 6 e l’Arpav, allo scopo di stabilire una linea congiunta di attività. «Abbiamo bisogno di indicazioni chiare — afferma Roberto Castiglion, sindaco di Sarego, che emanò la prima ordinanza ancora nel gennaio del 2015 — per dare risposte certe ai cittadini. Nel mio paese erano 61 i pozzi sotto esame, ma prima con 100 mila euro e adesso con altri 300 mila, stiamo cercando di allacciare tutte quelle case all’acquedotto. Nel frattempo però bisogna capire come comportarsi con l’irrigazione dei campi e con lo screening sanitario esteso a tutta la popolazione». Per questo proprio a Sarego sempre la settimana prossima si terrà un incontro informativo a cui parteciperanno pure alcuni dirigenti regionali. «I cittadini mi chiedono cosa devono fare per le analisi dell’acqua e per i controlli sanitari — sottolinea il sindaco Castiglion — c’è interesse e preoccupazione».
Andrea Priante Angela Pederiva – Il Corriere del Veneto – 28 aprile 2016