Luisa Nicoli, il Giornale di Vicenza. «II tempo delle attese è finito. Ora chiederemo alla Miteni di pagare una parte delle spese sostenute per la contaminazione delle acque da sostanze perfluoro alchiliche». A dirlo è il presidente del Consiglio di Bacino Valchiampo Giorgio Gentilin, sindaco di Arzignano, che ha messo all’ordine del giorno della prossima assemblea, fissata il 22 dicembre, la sottoscrizione di un documento da inviare alla Miteni di Trissino che dovrà essere firmato e condiviso dai 13 comuni di Acque del Chiampo e Medio Chiampo.
Perché la risposta alle lettere inviate settimane fa a Ministero all’Ambiente, Regione Veneto, Provincia e Arpav non hanno dato risposte significative ne in termini di fissazione dei limiti dei perfluori, ne sull’individuazione di provvedimenti e misure straordinarie per far fronte alla contaminazione. E soprattutto c’è il rischio che i costi sostenuti finora dai due enti gestori del servizio idrico integrato per gli interventi legati II Consiglio di bacino chiederà all’azienda la compartecipazione delle spese sostenute contro la contaminazione dei Pfas all’inquinamento da Pfas e Pfoa ricadano sulle tariffe civili dell’acquedotto, che saranno rideterminate il prossimo anno per il 2016-2017.
«Provincia e Ministero non hanno ancora risposto alla nostra lettera – continua Gentilin – mentre Arpav e Regione non sono entrati nel merito della questione. Siccome non contiamo molto sulla possibilità che arrivino notizie da Roma, considerato che il ministero è stato più volte sollecitato sull’argomento senza riscontro, ho deciso di procedere. Basta aspettare. Il tempo è finito».
Le spese per gli interventi sugli impianti sono state a carico soprattutto di Acque del Chiampo, che gestisce il servizio idrico integrato in 10 comuni: da quando si è presentato il problema contaminazione da perfluori nel 2013 la società di Arzignano ha già investito 1 milione 165mila euro, tra filtri ai carboni attivi, laboratorio e strumentazione, impianti ed estensione di rete urgente a Brendola e Lonigo oltre all’installazione di fontanelle per servire di acqua potabile le abitazioni non collegate all’acquedotto. A questi si aggiungono 1 milione 600mila euro di interventi previsti nel 2016 per l’estensione ulteriore delle reti di Brendola e Lonigo. «Senza contare le manutenzioni precisano – e il fatto che i filtri ai carboni attivi vengono cambiati ogni 6/9 mesi». Per Medio Chiampo invece coinvolgimento limitato : costi sostenuti circa 100mila euro.
«Come Consiglio di Bacino lo scorso anno abbiamo deciso di contribuire alle spese degli enti gestori con i 300mila euro di avanzo di bilancio continua Gentilin – adesso valuteremo. Se la contrattazione con la Miteni per la compartecipazione alle spese si dovesse prolungare potremmo decidere di utilizzare fondi destinati alla miglioria ambientale per finanziare gli interventi sostenuti dai gestori, in particolare Acque del Chiampo. Tra l’altro abbiamo già avviato contatti con Vicenza e i comuni limitrofi che di recente hanno inviato una sorta di ultimatum a Ministero all’Ambiente e Arpav. Per operare comunque in sinergia. Le tariffe per il 2016 dell’acquedotto civile verranno determinate per la seconda metà del prossimo anno. Probabile un aumento e il rischio che i costi sostenuti dagli enti gestori finisca nella bolletta dei cittadini c’è».
Il Giornale di Vicenza – 8 dicembre 2015