Roma dice: il Veneto stabilisca i limiti dei Pfas, cioè le sostanze perfluoroalchiliche (quelle usate per produrre la carta da forno o i materiali impermeabili degli scarponi da montagna) che da almeno quarant’anni hanno “avvelenato” prima le falde acquifere e poi il sangue di chi ha bevuto quell’acqua contaminata. Venezia ribatte: i limiti, cara Roma, li devi mettere tu, perché altrimenti tutte le cause giudiziarie le perdiamo, visto che i legali delle multinazionali fanno presto a dire che non possono esserci limiti differenti da regione a regione. E tra Roma e Venezia, al normale cittadino verrebbe da chiedere: cari signori, l’acqua avvelenata ce la siamo bevuta noi e forse continuiamo ancora a berta, di grazia vi costa tanto mettervi d’accordo?
LO SCONTRO Riassunto delle puntate precedenti: il Veneto chiede al Governo di fissare limiti “nazionali” dei Pfas, Roma risponde che il problema esiste solo o particolarmente in Veneto e quindi tocca al Veneto stabilire i limiti regionali. Il governatore Luca Zaia annuncia una delibera per martedì: «Costretti a fare da soli perché il governo finge di non vedere la realtà». Ieri, nuovo capitolo delle polemiche.
ATTACCO Dice l’assessore regionale all’Ambiente Gianpaolo Bottacin: «Si deve intervenire in qualsiasi parte del Paese ci sia traccia di questi inquinanti e per questo riteniamo necessario estendere valori di parametro dei Pfas su tutto il territorio nazionale. Ci sono italiani al di fuori del Veneto che bevono acqua inquinata più degli scarichi industriali del Veneto e questo per me è a dir poco preoccupante».
LA RAMANZINA II ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, “sgrida” Zaia: «Se c’è un problema magari alzi il telefono e parli con il tuo ministro, poi ognuno ha la sua cifra. La polemica non l’abbiamo compresa avendo condiviso con la regione Veneto e le istituzioni sanitarie, scientifiche e ambientali tutti i singoli passaggi. Come abbiamo già detto noi abbiamo fissato con un decreto salute-ambiente degli standard precauzionali e il decreto prevede, oltre alle tabelle generali, che ogni singola regione possa adeguare o anche ridurre questi parametri in base alla peculiarità del suo territorio e alla peculiarità degli inquinanti. E questo è stato un percorso totalmente condiviso».
LA REPLICA Al ministro Lorenzin risponde l’assessore alla Sanità Luca Coletto: «Bastava una telefonata? Noi al ministro della Salute, per chiedere livelli omogenei sul piano nazionale per le zone che il Cnr indicava nel 2013 come contaminate da Pfas, abbiamo mandato fior di lettere. Evidentemente il ministro non legge la posta».
LIMITI UE Ieri a Roma il ministro Lorenzin, assieme ai rappresentanti dell’Istituto superiore di sanità, il presidente Walter Ricciardi e Luca Lucentini, direttore del Reparto di Igiene delle Acque Interne dell’Istituto, ha elencato gli interventi messi in campo dal ministero sin dalla prima segnalazione del 10 maggio 2013, «condividendo con la Regione Veneto e le istituzioni sanitarie, scientifiche e ambientali tutti i singoli passaggi per la protezione del cittadino».
«È del 14 giugno 2017 il decreto Salute-ambiente che prevede, oltre all’aggiornamento delle tabelle generali degli inquinanti, a cui si aggiungeranno gli Pfas a seguito della direttiva Europea da noi sollecitata e in arrivo a dicembre, che ogni singola regione possa adeguare o anche ridurre questi parametri in base alla peculiarità del suo territorio e degli inquinanti potenziali complessivi, attraverso la formulazione dei piani di sicurezza delle acque. Il ministro ha anche ricordato che sono stati stanziati fondi per 90 milioni di euro in cooperazione con altre strutture: 30 a carico del ministero dell’Ambiente, 30 della Regione Veneto e altri 30 a carico dei soggetti gestori del servizio idrico integrato.
IL TAVOLO Domani si terrà un tavolo tecnico tra esperti dell’Istituto Superiore di Sanità e rappresentanti della regione Veneto. Lo ha reso noto Luca Lucentini dell’Iss: «La riunione era già pianificata nell’ordine del giorno ed era anche in conto la revisione dei limiti di Pfas sulla base dei riscontri delle analisi. Noi già dal 2013 abbiamo avvisato la Regione di non superare livelli prossimi allo zero e abbiamo comunque provveduto sempre più ad abbassare i paletti».
Alda Vanzan – Il Gazzettino – 24 settembre 2017