«Sui Pfas ci stanno fregando di nuovo. Alle spalle e a porte chiuse, come sempre. L’altro giorno è avvenuta una riunione a Palazzo Balbi, con rappresentanti del governo centrale e l’assessore veneto alla sanità Coletto, in cui si è deciso di ridiscutere i limiti di Pfas nelle acque, ovviamente alzandoli, dopo le lamentele delle aziende che li producono e che non vogliono adeguarsi». Inizia così una nota congiunta del capogruppo in Consiglio regionale del Movimento 5 Stelle, Jacopo Berti e del consigliere regionale pentastellato Manuel Brusco sul delicato caso dell’inquinamento da Pfas che interessa una vasta parte del territorio regionale.
«Per salvare poche aziende, Regione e Governo stanno mettendo a rischio la salute di milioni di cittadini – spiegano Berti e Brusco – Fra i presentì al tavolo nessun rappresentante dei cittadini. Questo è assurdo: c’erano le aziende, alcuni sindaci, le istituzioni regionali e nazionali, gli amministratori delle società di gestione idrica ma nessun medico e nessuna associazione a rappresentanza dei cittadini. Le vere vittime di questa storia. Le loro scuse sul fatto che non versino Pfas in falda ma nelle acque superficiali è una presa in giro, perché quell’acqua la si usa per i campi dove cresce la frutta che mangiamo e dove vengono allevati gli animali la cui carne e uova finiscono sulle nostre tavole. La politica – prosegue la nota dei due consiglieri regionali M5S dovrebbe tutelarci e il ministero dovrebbe applicare il principio del ‘chi inquina paga’, invece abbiamo sindaci che firmano per alzare i limiti e un ministro che indice nuovi tavoli per risolvere il problema».
Il Gazzettino – 6 novembre 2015