La Federazione veterinari e medici ha indirizzato al direttore dell’Unità di progetto veterinaria regionale, dottor Giorgio Cester, una nota in cui esprime la propria preoccupazione davanti alle previsioni della delibera regionale 2061/2012 (Piano di eradicazione Aujeszky) e alle due note di chiarimento che sono seguite in data 3 gennaio e 24 gennaio. Il sindacato che rappresenta i veterinari di medicina pubblica del Veneto rimarca come la Regione, pur in presenza di innegabili difficoltà odierne (la cronica carenza di personale dei servizi veterinari, la grave crisi economica, e le innegabili esigenze dei produttori), invece di cercare soluzioni più aderenti alla normativa vigente, adotti provvedimenti “creativi” che finiscono per mettere a rischio la sanità animale e la prevenzione pubblica.
Di fatto viene proposta una “profilassi di Stato”in cui finisce per essere impoverito il ruolo dei veterinari pubblici e le cui “spese” ricadono sugli allevatori.
Da qui la decisione di rappresentare le contrarietà di Fvm-Sivemp al direttore dell’Unità di progetto regionale che, in quanto tecnico, può ben comprendere e farsi carico delle osservazioni del sindacato.
«Ad alimentare le nostre preoccupazioni – spiega il segretario regionale Fvm-Sivemp, Roberto Poggiani – c’è tutta una serie di provvedimenti che limitano o delegano a soggetti terzi competenze che sono specifiche del Servizio sanitario nazionale, come ad esempio il monitoraggio per influenza aviaria e la salmonella, il reperimento di risorse per le profilassi di Stato».
Nell’articolata nota, viene sottolineato, tra l’atro, come le profilassi non si riducano a un semplice prelievo di sangue gestito da Izs e allevatore, ma comprendano una serie di attività specialistiche affidate alla gestione e controllo dei veterinari pubblici. Questi ultimi possono assegnare alcuni aspetti (come i prelievi) a veterinari convenzionati che diventano incaricati di pubblico servizio, ma solo se a loro volta possiedono requisiti specifici (come la laurea, la specializzazione e l’inserimento in una graduatoria provinciale)
«Pur ammettendo, quindi, la collaborazione dei veterinari liberi professionisti per l’effettuazione dei prelievi – continua il segretario Fvm-Sivemp – riteniamo debba essere chiaro il ruolo attivo dei veterinari pubblici nella gestione delle profilassi, come previsto dalla legge. Il campionamento è solo un aspetto del piano, chi ne garantisce la corretta esecuzione rispetto alla effettiva situazione aziendale? Tra l’altro il “riconoscimento a domanda” dei libero professionisti rappresenterebbe la negazione della funzione finora svolta dalla medicina convenzionata».
Quanto all’obbligo per gli allevatori di nominarsi un veterinario riconosciuto, “di estrema importanza per lo svolgimento del piano”, questo non è previsto dalla normativa vigente, ma deve, eventualmente, rappresentare solo una loro facoltà. Nella nota viene rimarcato, inoltre, come dalle note regionali emerga anche una discriminazione tra l’operatore che accetta di “autocertificarsi” a pagamento e quello che, invece, si sottopone agli stessi controlli gratuitamente. Discriminazione che non appare accettabile.
a cura Ufficio stampa Sivemp Veneto – 8 febbraio 2013