Dopo la frutta, il latte. L’Europa accelera: servono misure per mettere al riparo i produttori più colpiti dal bando russo, e occorre fare in fretta. Ieri la Commissione Ue ha spiegato che non esiterà a prendere ulteriori misure di emergenza per sostenere il mercato, in particolare «per alcuni prodotti caseari dove l’impatto sembra più evidente».
A due settimane dall’annuncio delle contro-sanzioni di Mosca, che hanno congelato l’importazione di numerosi prodotti alimentari, Bruxelles è pronta ad allargare il raggio di intervento: il Comitato di gestione ha esaminato le misure d’emergenza prese per le pesche – un pacchetto da 32,7 milioni di euro – e ha deciso compensazioni anche per ritiri che non abbiamo solo lo scopo di distribuzione gratuita. Il comitato di gestione ha quindi fatto il punto anche sulle misure, che la Commissione vuole mantenere dal punto di vista amministrativo «semplici», per frutta e verdure deperibili, beneficiarie delle misure Ue adottate lunedì 18 e accolte con favore dagli stati membri data la «rapida risposta». Il lavoro continuerà il prossimo giovedì con i settori di latte e carne, di cui Bruxelles sta analizzando gli ultimi dati.
Secondo la Coldiretti, però, il provvedimento adottato dall’Unione europea «arriva con ritardo e il quadro finanziario limitato rende ancora più necessario che venga gestito con attenzione nell’interesse esclusivo degli agricoltori».
Intanto ieri, la Serbia, si è impegnata con Bruxelles a non incoraggiare con incentivi governativi l’aumento delle esportazioni alimentari verso la Russia. Il primo ministro Aleksandar Vucic ha però spiegato che il governo di Belgrado «non impedirà ai produttori serbi di aumentare le loro esportazioni verso la Russia».
La Stampa – 23 agosto 2014