Il rischio fallimento c’è, ma se si continua con le riforme, quella sanitaria in primo luogo,i conti della Regione Piemonte torneranno in salute. È questo il messaggio lanciato ieri in conferenza stampa dal governatore leghista Roberto Cota, dall’assessore al Bilancio, Giovanna Quaglia, e da quello alla Sanità Paolo Monferino, dopo che un’affermazione di quest’ultimo – «la Regione è tecnicamente fallita» – pronunciata due giorni fa in commissione Bilancio aveva fatto scattare l’allarme sul destino dell’ente.
Di fatto, Piazza Castello, sul cui bilancio la spesa sanitaria pesa circa per 1’80%, ha oggi un debito complessivo di 9,963 miliardi di euro. Monferino ha precisato che la spesa storica sia per il personale sia per l’acquisto di beni e servizi, oggetto di esame da parte della Corte dei conti, ha iniziato a registrare un leggero calo nel 2011, passando da 2.954 a 2.909 milioni per il personale e da 7.313 a 7.230 per le forniture.
Certo non abbastanza per dormire sonni tranquilli: «Saremo inflessibili nell’applicare la riforma sanitaria – ha dichiarato Cota -, così come nel mettere in atto nuove disposizioni per lasciare un ente con i conti risanati». Così, ad esempio, entro fine mese sarà presentato il piano di razionalizzazione dei 56 ospedali pubblici della regione e della ventina di strutture private. Tra le misure a cui si lavo- ra, è prevista la creazione di due fondi immobiliari che dovranno valorizzare rispettivamente il patrimonio dell’ente, incluse le sedi di rappresentanza come quella di piazza Castello e il nuovo grattacielo in costruzione, e quello delle aziende sanitarie e ospedaliere. La Regione, inoltre, attende dal ministero crediti esigibili per 400 milioni, recentemente sollecitati al ministero dell’Economia. Non solo: allo studio nuovi tagli sui costi della macchina regionale, sulle erogazioni non prioritarie, la cessione delle partecipazioni non strategiche e il factoring dei debiti verso i fornitori sanitari.
Il Sole 24 Ore – 22 ottobre 2012