
L’intervista. Pierpaolo Sileri, viceministro della Salute: «Priorità contenere il contagio, personale e posti letti in arrivo»
Le misure cambiano di giorno in giorno. Cosa c’è da aspettarsi nelle prossime ore?
Il periodo massimo di incubazione della malattia è di quattordici giorni, dobbiamo tenerne conto nel programmare gli interventi. Oggi i focolai sono in Lombardia e in Veneto, ma occorrerà attendere altri sette-dieci giorni e osservare il trend di propagazione monitorando eventuali contagi secondari. Il contenimento è la priorità.
Fin dove potrebbe spingersi?
La risposta più importante messa in campo finora – e anche la più difficile – è stata la quarantena di interi Comuni. Non è escluso che misure analoghe siano estese , ma è chiaro che sono più appropriate per i piccoli Comuni.
Se il contagio dovesse estendersi alle grandi città quali scenari prefigurare?
Dipende: se riguarda un nucleo familiare ben definito si riesce a circoscrivere anche i provvedimenti. Altra cosa è se il malato è un giovane con molti contatti sociali, capace di infettare uno o più quartieri. Da qui il nostro invito alla massima cautela e alla riduzione di tutte le occasioni di contagio. Intanto da settimane programmiamo le misure anti-emergenza, incluso l’aumento dei posti letto.
Dove recuperare letti e personale?
I medici neolaureati vanno abilitati quanto prima, poi si possono inserire in corsia gli specializzandi dal terzo anno. E anche per gli infermieri dobbiamo attingere a tutte le graduatorie e anticipare eventuali concorsi.
Sono praticabili le chiamate dirette?
Ci si sta pensando, in ogni caso va trovato lo strumento più rapido per reclutare personale.
Si parla di un migliaio di medici in più da arruolare.
Sarebbe auspicabile ma la ricognizione è ancora in atto. In ogni caso il personale dev’essere modulabile e intercambiabile tra le Regioni, seguire l’andamento dell’epidemia.
Il piano del Governo stima raddoppi di letti nelle terapie intensive
Serve il personale ma anche lo strumentario, da recuperare in fretta privilegiando le Regioni più in difficoltà. Oggi pool di anestesisti aiutano gli ospedali più in difficoltà. E sia reparti che terapie intensive vanno riadattati creando unità operative dedicate.
Il tempo stringe…
Per questo dobbiamo organizzarci subito nei territori dove oggi il virus non è arrivato in forma aggressiva.
Per le misure sanitarie sarebbero in arrivo 400-500 milioni.
Voglio immaginare quante più risorse possibile, anche perché le dotazioni che diamo oggi al nostro Ssn sono un patrimonio per il futuro.
Barbara Gobbi