L’ipotesi di un incontro tra i tre segretari generali di Cgil, Cisl e Uil per discutere un testo applicativo comune dell’accordo del 28 giugno 2011 sulla contrattazione, partendo dalle regole della rappresentanza sindacale, si fa sempre più concreta.
Ieri presso la sede della Cgil si sono incontrati i segretari confederali di Cgil, Cisl e Uil insieme ai rappresentanti dell’area Relazioni industriali di Confindustria. Un incontro già previsto che fa seguito a altre riunioni sempre a livello tecnico tenute prima dell’estate, dunque precedenti ai tavoli di palazzo Chigi. L’idea di fondo è che i tre sindacati nella loro autonomia trovino un testo comune sul tema della rappresentanza, mentre Confindustria potrebbe presentare una proposta sull’applicazione dell’accordo del 28 giugno 2011 sulla contrattazione. Anche l’incontro di ieri, del tutto tecnico, si è mosso in questa direzione, che poi va a intersecare il tema della produttività così come rilanciato da Palazzo Chigi negli incontri separati delle scorse settimane, convocati dal premier Mario Monti.
Al centro del confronto ieri, oltre al tema dell’applicazione della riforma Fornero, cominciando con la creazione dei fondi di solidarietà, c’è stato l’accordo del 28 giugno e la sua applicazione ai contratti nazionali di lavoro, alla vigilia di una stagione di rinnovi. Si è parlato di come dare attuazione alle nuove regole sulla rappresentanza sindacale nel settore privato e alle possibili deroghe agli stessi contratti nazionali attraverso i contratti aziendali.
«Abbiamo sollecitato Confindustria a cogliere l’occasione dei prossimi rinnovi, che andrebbero chiusi rapidamente date le circostanze eccezionali — sintetizza per la Uil, Paolo Pirani —, per definire le materie che vanno nel secondo livello di contrattazione». Per Giorgio Santini della Cisl «c’è ancora molto da lavorare».
Intanto oggi tra le associazioni imprenditoriali Federchimica e Farmindustria e i sindacati del settore Filctem-Cgil, Femca-Cisl, Uilcem-Uil si aprirà la trattativa per il rinnovo del contratto 2013-2015 del settore chimico-farmaceutico (più di 190 mila i lavoratori interessati), in scadenza il 31 dicembre 2012. Domani riprenderà invece il confronto tra Federmeccanica ed i sindacati Fim-Cisl, Uilm-Uil, Uglm e Fismic per il rinnovo del contratto dei metalmeccanici sempre per il triennio 2013-2015.
Antonella Baccaro
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Maroni. Da Zaia a Tosi. Il toto-nomi per il candidato giovane
L’ipotesi fatta da Maroni per Palazzo Chigi Ma i quarantenni: deve correre il segretario
Che sia vero o no, ormai l’ha detto. Possibile che dopo la tormentata rivoluzione leghista, Roberto Maroni visualizzi in un’eventuale corsa a Palazzo Chigi un uomo del Carroccio che non sia lui? Domenica sera, all’ex alleato Angelino Alfano, il segretario federale ha riservato il più sornione dei sorrisi mentre quella sua frase la platea di Brescia la sentiva e l’applaudiva per bene: «Mi pare di capire che Silvio Berlusconi si ricandiderà. Se è così, e se il Pdl continuerà a sostenere il governo Monti, allora anche la Lega avrà il suo candidato premier, un nostro uomo, un giovane. Tanto, noi da soli prendiamo più voti. Noi ci alleiamo solo e soltanto con i cittadini del nord».
In attesa della legge elettorale, quindi, il partito che fu di Umberto Bossi viaggia in direzione contraria al Pdl — pur osservandone attentamente le strategie — e, a dispetto dei numerosi tentativi del Cavaliere di rilanciare il passato sodalizio, Roberto Maroni resta concentrato sulla sua strada. Ad avvicinarlo all’ex premier, solo l’attenzione al «fattore Renzi»: è innegabile che l’esito delle primarie del Pd interessi l’intero centrodestra. Il successo del trentasettenne sindaco di Firenze trasformerebbe la sfida per la presidenza del Consiglio in una competizione tra nuovo e vecchi, mentre la vittoria di Bersani manterrebbe fissa al solito posto l’età media dei maturi candidati.
A 57 anni, Maroni aspetta di vedere cosa succede. E intanto parte il toto-nomine sul leghista giovane (per come siamo giovani in Italia, con la finestra anagrafica spalancata fino al giro completo dei 40 anni). Chi potrebbe essere? Tra i nomi più autorevoli nel partito c’è Luca Zaia, 44 anni, governatore del Veneto. Altro leone della guardia maroniana, Flavio Tosi: per il sindaco di Verona, 43 anni, «il candidato premier naturale per noi è Maroni. La sua sarebbe una candidatura di diritto, incarna già il cambiamento che è avvenuto nella Lega: dopo il suo operato al ministero del Welfare e al Viminale ha una credibilità senza paragoni che supera i confini del Carroccio. Quella frase, a Brescia, l’ha detta perché sta valutando ciò che accade dentro le altre forze politiche: Bobo guarda al Pd e alla sfida Renzi-Bersani, al Pdl e alla staffetta Berlusconi-Alfano. Quanto a me, non mi immagino in ballo: ho davanti altri cinque anni da sindaco, non ho mai pensato ad altro. E comunque, se dovessi fare un nome oltre a Maroni, direi Zaia. O Matteo Salvini».
Anche per il governatore piemontese Roberto Cota, 44 anni, «il candidato giusto, l’unico, è Maroni. La gente lo percepisce come una persona capace, insieme a lui stiamo facendo una grande squadra: è e sarà il nostro punto di riferimento. E poi, sinceramente, credo che tutti i quarantenni della Lega siano stati assolutamente valorizzati: abbiamo già posti di responsabilità, nel partito e nelle istituzioni. Io in questa corsa non mi ci vedrei, sono già impegnato a governare il Piemonte e la mia regione viene prima di tutto».
Corriere.it – 18 settembre 2012