Di questo ed altro si è parlato al 3° Convegno nazionale sulla Ricerca in Sanità Pubblica Veterinaria, organizzato lo scorso 13 settembre dal ministero della Salute, Iss e dieci Istituti zooprofilattici italiani. “Ricerca in veterinaria può essere un valore aggiunto per la conoscenza e per l’economia del sistema Italia”.
La ricerca veterinaria come strumento per il miglioramento dello stato sanitario degli animali e per la valorizzazione e sicurezza delle produzioni alimentari italiane. Seguendo questo filone, si è tenuto lo scorso 13 settembre presso l’Auditorium del Ministero della Salute in Viale Ribotta a Roma, il Terzo Convegno nazionale sulla Ricerca in Sanità Pubblica Veterinaria. L’evento, promosso dal Dipartimento della sanità pubblica veterinaria, della sicurezza alimentare e degli organi collegiali per la tutela della salute (DSVETOC) del Ministero della Salute, dai dieci Istituti zooprofilattici italiani (IIZZSS) e dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS), è il terzo appuntamento biennale e si caratterizza come momento di divulgazione e confronto sui risultati scaturiti dall’attività di ricerca finanziata dal Ministero della Salute e realizzata dai professionisti degli IIZZSS e dell’ISS con l’importante contributo dei servizi veterinari territoriali.
L’iniziativa si è svolta in concomitanza del 66° Convegno Nazionale della Società Italiana delle Scienze Veterinarie (SISVet), espressione dell’Università, come momento di integrazione tra il mondo accademico e gli enti che lavorano in più stretta collaborazione con il territorio e con i Servizi veterinari, gli Istituti zooprofilattici e l’Istituto Superiore di Sanità.
Ad aprire i lavori è stato Romano Marabelli, Capo Dipartimento del DSVETOC, con un intervento focalizzato sulla ricerca sottolineando che “uno degli scopi principali del Dipartimento è promuovere la ricerca per incoraggiare la cooperazione fra gli enti pubblici di sanità pubblica veterinaria e per rendere più semplice la comunicazione fra coloro che prendono le decisioni politiche e i veterinari che operano a livello regionale e direttamente sul territorio”.
“La ricerca – ha sottolineato ancora Marabelli – gioca pertanto un ruolo chiave nello sviluppo di politiche di controllo delle malattie e nel recepimento di impulsi che incrementano l’efficacia della difesa per la sanità animale e la salute pubblica. come lo sforzo delle Amministrazioni pubbliche sia ora teso a migliorare il coordinamento tra queste attività di ricerca per garantire un sostegno efficace all’UE e, così facendo, alle politiche nazionali, per rafforzare la zootecnia europea, le industrie che coinvolgono la sanità animale e la sicurezza alimentare”.
Sono seguiti numerosi contributi scientifici focalizzati su malattie zoonosi che con impatto sulla salute umana oltre che sulle produzioni zootecniche: dall’esperienza di gestione dell’epidemia da Escherichia coli O104:H4 dello scorso anno, al crescente problema dell’antibioticoresistenza, sino alle attività condotte per lo studio e il controllo di parassitosi quali l’echinoccosi cistica, l’anisakiasi e l’infestazione da Dermanyssus gallinae.
Nel pomeriggio alla presenza di rappresentati dell’industria e delle Regioni sono stati riportati i risultati ricerche incentrate sulla valorizzazione delle produzioni alimentari derivate dal suino, sul controllo della sanità dei molluschi bivalvi, sulla diagnostica di laboratorio delle micoplasmosi aviari e l’utilizzo dei lattobacilli per la prevenzione delle patologie della mammella della bufala. Infine sono state confrontate le misure sanitarie adottate per consentire il commercio internazionale dei prodotti alimentari.
Durante i lavori, la presentazione di un modello animale suino per la studio della sclerosi laterale amiotrofica (SLA) dell’uomo, ha evidenziato l’esatta collocazione del ruolo della medicina veterinaria in sinergia e a sostegno anche della medicina umana nel rispetto del principio delle attuali politiche europee in campo sanitario della “one health” cioè di “una sola salute”
quotidianio sanità – 17 settembre 2012