Polesine. “Falso positivo” il ghanese con i sintomi di Chikungunya. Il profugo aveva solo l’influenza. Il responso del test definitivo ha sconfessato il risultato iniziale
Un “falso positivo”. Cosi viene definito nella terminologia medica l’esito di un esame che riscontra la presenza di una patologia che, invece, non è in corso. È una cosa che può succedere. Ed è quello che è successo con la Chikungunya. I controlli, le disinfestazioni e la paura si sono rivelate prive di fondamento. Un bene che siano scattate con la necessaria tempestività, perché lo spettro della Chikungunya, malattia tropicale che viene trasmessa dalla zanzara tigre e provoca febbri alte e acuti dolori alle articolazioni, aveva subito destato non poco allarme in Polesine quando era stato riscontrato un possibile caso.
Il giovane di origine subsahariana, un richiedente asilo ospitato all’Ostello Canalbianco di Arquà era Infatti arrivato in ospedale domenica 17 luglio con una febbre altissima e un quadro sintomatologico che aveva destato particolare preoccupazione, tanto che il giovane era stato sottoposto a una serie di test.
E, quello per ¡I virus della Chikungunya ha dato esito positivo mettendo in moto tutta la catena della prevenzione del contagio. La malattia in questione, anche se solo in rari casi porta alla morte, spesso oltre a febbri molto alte provoca dolori alle articolazioni tali da rendere quasi impossibili i movimenti e, come complicanze, anche se non frequenti, ha anche emorragie e problemi neurologici. Un brutto cliente, insomma, per chi si dovesse trovare a farci i conti. Meglio, quindi, agire con precauzione cosi come ha fatto il Servizio Igiene e Sanità pubblica dell’Ulss 18: in conformità con le direttive regionali, sono state effettuate le disinfestazioni delle aree contigue all’Ostello Canalbianco, visto che l’unico veicolo di trasmissione del virus è la puntura di una zanzara tigre che abbia precedentemente punto una persona infetta. Nel frattempo, però, sono stati condotti ulteriori accertamenti sul giovane e i riscontri hanno dimostrato che la sua febbre non era dovuta alla chikungunya. L’esito inizialmente positivo del test rapido è stato dovuto semplicemente al fatto che il paziente ha contratto la malattia in passato ed aveva quindi sviluppato gli anticorpi. È stata la loro presenza a falsare l’esito del primo test, ma le successive analisi hanno scongiurato la possibilità. E tutti, in Polesine, possono tirare un sospiro di sollievo.
Il Resto del Carlino – 6 agosto 2016