Per l’Enav doppio binario: quotazione o cessione diretta Resta il nodo delle nomine: il gruppo non ha un cda ma un amministratore unico. Il governo vara definitivamente i decreti del presidente del consiglio per la privatizzazione di Poste ed Enav. Il passaggio èpiù che altro formale, dopo la presa d’atto dei pareri non vincolanti delle commissioni parlamentari che non hanno determinato modifiche rispetto ai testi approvati dal governo Letta.
Ma è comunque un segnale sulla volontà di andare avanti con le dismissioni, anche se sulla tempistica delle operazioni restano ancora punti interrogativi. Certo, l’obiettivo ideale – e dichiarato più volte da esponenti del governo – sarebbe quello realizzare le due cessioni entro la fine dell’anno. Sinora, però, la macchina operativa che dovrebbe portare alle dismissioni èstata tenuta con il motore al minimo. Il dpcm firmato ieri conferma per le Poste (che hanno incassato da Fitch l’innalzamento dell’outlook da negativo a stabile) la privatizzazione attraverso quotazione in Borsa, anche in più tranche da realizzare nei prossimi anni. Si parte con una quota pari al 40% del capitale da vendere a investitori istituzionali e a risparmiatori. Il comunicato di palazzo Chigi ribadisce che «potrannoessere previste per i dipendenti del gruppo Poste forme di incentivazione, tenuto conto anche della prassi di mercato e di precedenti operazioni di privatizzazione, in termini di quote dell’offerta riservate(tranche riservata e lotti minimi garantiti) e/odi prezzo(comela bonus share maggiorata) e/o di modalità di finanziamento».
Tutto secondo copione, come già previsto dal precedente governo che aveva provveduto anche a nominare gli advisor: Lazard e lo studio Gianni, Origoni e Grippo per il Tesoro e Rothschild e lo studio Clifford Chance per la società. Restavano da scegliere i global coordinator e i book runner, mail processo si èbloccato con il cambio di governo e, soprattutto, in attesa delle nomine. Poi èarrivata la scelta del cambiamento radicale, con l’uscita di Massimo Sarmi e la scelta di Francesco Caio. Soltanto dopo la nomina il Tesoro ha cominciato a rimettere mano alla selezione: nei giorni scorsi ha ripassato in rassegna le banche e ha individuato in Citi, Merrill Lynch eMediobanca i tre gloabal. Nessun incarico formale, per ora una comunicazione verbale della scelta. Nel frattempo proseguono i contatti per i candidati al ruolo di book runners. Tutti pronti a confermare che volendo, se i mercati si mantengono favorevoli, la società può andare in Borsa entro fine anno. Ma nessuno è in grado di confermare se questo avverrà. Anche perchè i rumor recenti riportano che Caio non sarebbe troppo favorevole, per la tempistica stringente, al debutto in Borsa in sei mesi.
La vicenda Enav è un’altra storia: il dpcmconferma il doppio binario – vendita diretta o Ipo, per quanto quest’ultima sia da privilegiare e con la quota da riservare ai dipendenti – per la cessione di unmassimo del 49% del capitale. In questo caso, però, il precedente governo non aveva nemmenosceltol’advisor. Tutto è ancora fermo, per quanto nella società – a differenza di Poste – abbiano già lavorato molto sull’ipotesi Ipo. Nessun segnale è ancora arrivato dal Tesoro su quale opzione verrà prescelta. Resta infatti ancora da sciogliere la questione nomine: la società dei controllori di volo non ha un cda, ma un amministratore unico, ex controllore di volo, Massimo Garbini. L’assemblea èfissata al 23 maggio, ma secondo alcuni il Tesoro potrebbedecidere di rinviare tutto in seconda convocazione, il 12 giugno, per evitare scelte delicate a ridosso delle elezioni. A Garbini va riconosciuto il merito di aver trasformato in tre anni la società da passivo gestore del traffico aereo a player internazionale attivo (soprattutto nelle gare all’estero) capace di competere e fare gola agli investitori americani. E di aver reso più coesa e motivata la squadra dei controllori, che si sentono guidati da uno di loro.
«Desidero ringraziare il governo per credere in Enav, dandole una grande opportunità. L’azienda è sana, riconosciuta a livello mondiale, con importanti margini di crescita. È pronta a qualsiasi sfida, compresa la quotazione in Borsa» ha commentato ieri Garbini.
Il Sole 24 Ore – 17 maggio 2014