Minaccia di morte e strattona l’infermiera perché non è soddisfatto del servizio del Pronto Soccorso. Il grave episodio si è verificato mercoledì pomeriggi, tra i corridoi dell’ospedale Santa Maria della Misericordia. Il parente di una paziente precedentemente visitata che si trovava in attesa di ricevere la cura prescritta, stanco della lunga attesa, avrebbe aggredito, prima verbalmente e poi anche fisicamente, un’infermiera che stava prestando servizio nel reparto che gestisce le emergenze.
PROTESTA DEI SINDACATI. A portare alla luce l’episodio è Riccardo Mantovan, segretario della Funzione Pubblica della Cgil. «Anche ieri un’infermiera del Pronto Soccorso di Rovigo è stata offesa e minacciata di morte, oltre che accusata di non essere abbastanza disponibile e attenta ai bisogni dei pazienti fa sapere il sindacalista – Questo parente, di nazionalità italiana, è arrivato persino, con fare molto aggressivo, a mettere le mani addosso alla stessa». A mettere in salvo la donna i colleghi e il primario, intervenuti per calmare l’uomo ed evitare che accedesse il peggio. L’infermiera, profondamente provata per l’aggressione e le minacce di morte ricevute, in un primo momento era intenzionata a sporgere denuncia in Questura, ma poi ha deciso di non procedere.
EPISODI FREQUENTI. «È la terza volta in quattro mesi che un’infermiera del Pronto Soccorso di Rovigo viene aggredita da un parente di qualche paziente – tuona Mantovan attraverso una lunga nota sindacale – È ora di dire basta. Dobbiamo informare la Regione, la direzione generale e la cittadinanza che quell’infermiera aveva in gestione oltre il doppio dei posti letto disponibili al Pronto soccorso. Con pazienti, dato che si tratta di area di Urgenza ed emergenza, che implicano un carico assistenziale e di responsabilità molto elevato». «Nonostante tutto – continua il sindacalista -, grazie alla enorme professionalità di questo personale si è evitato ancora una volta che a quei degenti potesse subentrare una complicazione difficile da prevedere o prevenire in quelle condizioni di lavoro». Ad essere stati nei mesi scorsi aggrediti da pazienti o parenti sono stati infatti prima un autista del Suem 118, poi la coordinatrice del Pronto Soccorso dell’ospedale di Trecenta e ora l’infermiera del Pronto Soccorso dell’ospedale di Rovigo. In questi giorni, spiega il sindacato, la situazione al Pronto Soccorso è completamente fuori controllo a causa dell’alto numero di ricoveri e dell’esaurimento di tutti i posti letto, compresi quelli ricavati nei corridoi. A mancare non sono però solo i letti, ma anche il personale in servizio. Una situazione che ha mandato completamente in black-out l’ospedale del capoluogo.
l direttore generale dell’Usl 5, Antonio Compostella, replica che «la questione è strutturale ed è legata al costante invecchiamento della popolazione che comporta molti accessi all’ospedale. Occorre intervenire potenziando il filtro di monitoraggio e prevenzione dei medici di base e, come Usl 5, serve una capacità di diagnosi e cura che favorisca un più ampio turn over dei posti letto».
IL GAZZETTINO e CORRIERE DEL VENETO – Venerdì, 30 marzo 2018