Risparmi sui farmaci, blocco delle assunzioni, revisione immediata dei contratti firmati dalle Usl, tagli ai budget delle cliniche private, riduzione dei posti letto e dei primariati, oltre alla messa in discussione (per la prima volta) di quelle prestazioni socio-sanitarie che da sempre costituiscono uno dei fiori all’occhiello della sanità veneta. Le lacrime ed il sangue sono un’immagine ormai abusata, e quasi logora, in tema di spending review. Ma come altrimenti si può evocare la gravità del piano che la Regione sta mettendo a punto per rientrare nei rigidi parametri imposti dal governo Monti? Le anticipazioni del Corriere del Veneto
Il Corriere del Veneto, al termine della riunione della Commissione Salute che si è tenuta lunedì a Roma, è venuto a conoscenza delle ipotesi di lavoro che presto saranno sottoposte all’attenzione del presidente Luca Zaia e della sua giunta.
I quali saranno chiamati a prendere una difficile decisione su dove e quanto tagliare, posto che si deve tagliare e col governo non esistono margini di trattativa. Come testimonia, d’altronde, pure il documento firmato a fine riunione dall’assessore veneto Luca Coletto, insieme ai colleghi delle altre Regioni: un atto d’accusa durissimo, in cui alla denuncia dei tagli lineari (oltre 20 miliardi sommandola manovra Monti a quella Tremonti) si aggiunge la minaccia, tra le righe, di una restituzione allo Stato delle deleghe in materia di Sanità.
Perché lasciarle alle Regioni, è la domanda retorica che si sono posti gli assessori, se tanto poi queste sono mere esecutrici degli ordini che arrivano da Roma? Il documento, firmato ieri dai presidenti, verrà trasmesso oggi al governo. Nell’attesa della risposta, vediamo le misure allo studio di Palazzo Balbi. La spesa farmaceutica sarà ridotta di 25 milioni, grazie allo sconto imposto dalla spending alle ditte farmaceutiche ed ai farmacisti, ed il concorso di questi in caso di sforamento del tetto fissato nel 15% della spesa sanitaria complessiva, che in Veneto ammonta a 8,3 miliardi di euro. Il costo per il personale dovrà essere riportato ai livelli del 2004, ridotti dell’1,4%: il Veneto dovrà dunque risparmiare 28 milioni l’anno dal 2013 al 2015, per complessivi 85 milioni. Come? Con il blocco del turnover ed il mancato rinnovo dei contratti a termine e quelli atipici, anche tra gli amministrativi.
I contratti stipulati dalle Usl per la fornitura di beni e servizi dovranno essere ritoccati all’ingiù del 5%. In questo caso la previsione di risparmio è di 40 milioni l’anno ma la Regione dovrà prima sciogliere il nodo legato ai project financing: tutti i contratti stipulati con i privati, da Mestre a Santorso a Montebelluna, si basano infatti sulla fornitura del calore, dei servizi di pulizia e della mensa, che contribuiscono in modo essenziale al rientro delle spese di costruzione entro i tempi stabiliti. Ancora una volta, poi, si dovrà rimettere mano alle convenzioni con i privati, sia ambulatoriali che ospedalieri, riducendo i budget di 5 milioni nel 2012, di 10 milioni nel 2013 e di 15 milioni nel 2014, mentre il nuovo tariffario nazionale sui ricoveri e le prestazioni in ambulatorio, che dal 6 agosto sostituirà quello regionale e sarà applicato ai privati, alle Aziende ospedaliere di Padova e Verona ed alle cure fuori regione, dovrebbe comportare risparmi tra i 15 ed i 20 milioni l’anno.
E veniamo ai due aspetti più spinosi: i posti letto ed i servizi extra Lea (ossia quelli «sociali», extra livelli essenziali, non dovuti per legge). Nel primo caso il Veneto dovrà scendere entro novembre dagli attuali 3,88 a 3,7 posti letto ogni mille abitanti. Questo comporterà la soppressione di oltre mille posti letto, per il 40% concentrati all’interno degli stessi reparti, e di circa 25 primariati. Quanto agli extra Lea, questi oggi valgono attorno ai 100 milioni: si tratta dei rimborsi per il trasporto dei bambini disabili ai Ceod, delle laser terapie antalgiche, dei farmaci per i celiaci, della riabilitazione in acqua, solo per fare qualche esempio. Dopo la spending, difficilmente la Regione potrà continuare a farsene carico. A Palazzo Balbi spetterà la decisione, difficile, su cosa salvare e cosa, invece, abbandonare lungo la strada segnata dai tagli lineari.
Marco Bonet – Corriere del Veneto – 25 luglio 2012