Il sottosegretario Fadda dopo l’incontro con i sindacati ha preso atto dell’urgenza di un provvedimento legislativo che proroghi i contratti dei precari in scadenza il 31 dicembre 2013. Il provvedimento necessario per impedire il collasso della sanità pubblica, in particolare nelle regioni sottoposte al piano di rientro, sarà oggetto di un iniziativa politica che il sottosegretario proporrà al ministro della Salute. L’incontro di ieri ha avuto il merito di definire le priorità e i limiti del Dpcm oggetto della riunione. Cosmed Fvm ha ribadito: «l’urgenza di scongiurare licenziamenti a qualunque titolo di personale sanitario visto che , come confermato dalla delegazione del ministero, il Dpcm non pare essere uno strumento idoneo per la proroga e l”avvio del processo di stabilizzazione di quei contratti atipici che rappresentano la 61.787 parte del lavoro precario»
Ne per «l ‘immediata immissione in ruolo dei precari gia vincitori di concorso attualmente in servizio senza ulteriori ritardi; la pubblicazione formale da parte di tutte le aziende sanitarie delle graduatorie in essere valide per l’assunzione a tempo indeterminato e il loro utilizzo su base regionale; il superamento dell’indicazione del part-time come forma prioritaria di assunzione in quanto riduttiva rispetto alle esigenze del Ssn di un organico a tempo pieno idoneo allo svolgimento di un attività assistenziale h 24».
Il sottosegretario ha invitato a formulare entro 48 ore osservazioni scritte e ha annunciato una nuova convocazione per la prossima settimana.
«Abbiamo apprezzato il tentativo di arrivare ad una parziale sistemazione di medici precari – ha dichiarato Riccardo Cassi presidente Cimo Asmd al termine dell’incontro con il sottosegretario Fadda sulla bozza di Dpcm in applicazione del decreto sulla Pa -. Sappiamo che ormai le questioni sanitarie sono gestite dal ministero dell’economia, ma la bozza di Dpcm è largamente insufficiente a risolvere un problema che è sempre più grave non solo per i colleghi interessati, ma per tutto il Ssn che ha bisogno di Medici inseriti a pieno titolo nel sistema».
Secondo Cassi il provvedimento porterà all’assunzione a tempo indeterminato di un limitato numero di medici, con il rischio di aprire quindi nuovi vuoti nella copertura assistenziale. Dal provvedimento inoltre rimangono esclusi tutti i medici con contratti atipici e libero professionali che in alcune Regioni rappresentano la maggioranza.
«Cimo – afferma Cassi – da tempo sostiene che occorrono provvedimenti di riordino della rete, adozione di standard di personale, superamento del blocco del turn over, proibizione di utilizzo di contratti atipici per compiti istituzionali, solo così sapremo il vero fabbisogno di personale e le aziende potranno programmare secondo le loro necessità ed assumere i medici necessari a garantire i Lea. Continuando come ora aumenterà la precarietà, il gap Nord-Sud e lo spreco di risorse mettendo a rischio la sostenibilità e l’universalità del Ssn, se possiamo ancora chiamarlo così o non piuttosto una frammentazione di 21 servizi sanitari regionali».
«Come purtroppo immaginavamo, il Dpcm che dovrebbe permettere la stabilizzazione dei precari della sanità si rivelerà un placebo anziché la tanto attesa panacea» spiega Francesco Lucà, coordinatore Fassid e segretario del Sindacato nazionale radiologi, al termine della riunione.
«L’incontro non ci ha infatti fornito le risposte che aspettavamo, temiamo quindi che, semmai ci sarà una stabilizzazione, saranno tanti, troppi, i colleghi che ne rimarranno fuori. Basti pensare alle Regioni che per via dei conti in rosso sono sottoposte al blocco del turnover: situazione inconciliabile con un progetto di assunzioni. A questo si aggiunga che molti medici precari non dispongono di un contratto a tempo determinato, condizione necessaria per accedere alla stabilizzazione».
«Che fine faranno quindi i colleghi che lavorano come liberi professionisti, come Co.co.pro e Co.co.co, sigle che di fatto nascondono una platea di camici bianchi sottopagata, senza tutele e con orari ‘flessibili’? Come temevamo, il Dpcm lascia fuori questi profili che, nel caso specifico della medicina dei servizi dove c’è stato un abuso dei contratti atipici, sono numerosissimi. Davvero si può pensare di abbandonare alla loro sorte colleghi che pure hanno il merito di aver consentito a tanti reparti di andare avanti nonostante tutto?».
«Il sottosegretario Fadda – prosegue Lucà – ha aperto uno spiraglio, dichiarandosi disponibile a emanare un altro provvedimento per garantire almeno la prosecuzione dei contratti temporanei per tutti quei medici precari che non rientreranno nella stabilizzazione. È certamente meglio che lasciarli a casa, ma è chiaro che si tratta di una soluzione di breve respiro e dalla tempistica peraltro incerta».
«Il rischio che si profila all’orizzonte – conclude – e contro il quale ci batteremo, è quello di ovviare al problema ricorrendo sempre più all’esternalizzazione dei servizi, delegando ai privati compiti e ruoli specifici del Ssn. Un concetto inconciliabile con una sanità pubblica e di qualità e con una visione dignitosa della professione medica».
«Si e’ iniziato – ha detto il sottosegretario Paolo Fadda – il primo vero confronto, dopo che noi avevamo consegnato la bozza del Dpcm. Abbiamo condiviso il metodo di lavoro, si sono affrontati un po’ tutti i passaggi, articolo per articolo, che secondo i rappresentanti di categoria andavano modificati. Ma c’è naturalmente il limite di un Dcpm: la legge è abbastanza precisa su quelli che possono essere i confini di questo provvedimento». Da parte del ministero, comunque , «c’è l’impegno – assicura il sottosegretario – di cercare di interpretare nel modo piùlargo possibile anche le norme che hanno fatto scaturire la legge delega».
Per il momento «siamo d’accordo – aggiunge – che i sindacati, entro giovedì, ci presenteranno gli emendamenti alla proposta già consegnata. All’inizio della prossima settimana convocheremo un’altra riunione, con un’altra proposta che, a questo punto, speriamo definitiva». Per Fadda «il dialogo tra il ministero e le parti socialiè stato costruttivo. C’è il riconoscimento di un metodo di lavoro condiviso e il fatto che fossero presenti tutte le organizzazioni sindacali e’ stato molto apprezzato». Inoltre, ha concluso Fadda, »c’è condivisione sull’urgenza di procedere in tempi brevissimi. Su alcune richieste di carattere politico generale, come ad esempio che la proroga riguardi tutti i precari non solo quelli messi a concorso, altrimenti crollerebbe il sistema sanitario, il ministero e’ impegnato a studiare in che modo, e senza aumento di spesa, si possa raggiungere l’obiettivo».
Precari Ssn. Intervista a Fadda: “Nuovo testo entro la prossima settimana. Coinvolti circa 65mila lavoratori”
Così il sottosegretario alla Salute al termine della riunione con i sindacati della dirigenza medica, sanitaria e amministrativa e del comparto. “Entro giovedì raccoglieremo le loro proposte di emendamento da valutare insieme al Mef e alla Funzione Pubblica. E poi in Stato Regioni”. L’obiettivo è garantire tutti i precari.
Ieri pomeriggio si è svolto l’atteso incontro al ministero della Salute con i sindacati della dirigenza e del comparto del Ssn per esaminare la bozza di Dpcm per l’apertura di concorsi ad hoc e per la proroga dei contratti a tempo determinato del personale dirigente del Ssn e degli enti di ricerca.
Le prime reazioni dei sindacati, che hanno apprezzato la disponibilità del ministero e il metodo del confronto, sono state però freddine (vedi approfondimenti). Soprattutto su un punto: quello della stabilizzazione o quantomeno della proroga dei contratti atipici che nel decreto presentato dal sottosegretario alla Salute Paolo Fadda non vengono citati apertamente.
Al termine dell’incontro abbiamo raggiunto lo stesso Fadda.
Sottosegretario ha visto le reazioni dei sindacati, che ne pensa?
Prima di tutto ho colto l’apprezzamento per il metodo del confrronto. E non è poco. Oggi abbiamo presentato una bozza di Dpcm e a seguito della discussione odierna abbiamo chiesto che venissero presentate proposte di emendamento entro giovedì prossimo. A quel punto le valuteremo insieme al Mef e alla Funzione pubblica per elaborare un testo definitivo da sottoporre al confronto con le Regioni.
D’accordo, ma i sindacati lamentano il rischio che molti precari, soprattutto quelli con contratti atipici, potrebbero restare fuori.
Il problema delle proroghe esiste. E il ministero della Salute per primo lo vuole risolvere. Ma probailmente servirà un passaggio legislativo perché le norme dalle quali è scaturito il Dpcm consentono solo la proroga di quei posti che devono essere messi a concorso. I sindacati hanno posto l’attenzione su questo punto dicendo che, in tal modo, non si andrà a prorogare la totalità del personale precario con potenziali rischi di un collasso dell’intero sistema. Questa è una battaglia che dovrà essere condotta dalle organizzazioni sindacali ma anche dallo stesso Ministero della Salute per riuscire ad arrivare ad una proroga con una norma di legge ad hoc per tutti gli attuali precari, che dovrebbero essere circa 60-65mila. Considerando anche che tutto ciò non ha oneri aggiuntivi per il Ssn perché per l’appunto si tratta di proroghe di contratti già in essere.
E per le Regioni in Piano di rientro?
Abbiamo esaminato anche questo aspetto. Anche perché sappiamo bene quanto queste Regioni siano già penalizzate dal blocco del turn over. Nello stesso modo e va affrontata la situazione speculare di quelle Regioni che non hanno problemi di bilancio e che potrebbero risolvere più facilmente la questione.
Sole 24 Ore sanita e Quotidiano sanità – 20 novembre 2013