Ultimi ritocchi alla bozza di Dpcm sui precari del Ssn. L’incontro con i sindacati di ieri ha portato alcune modifiche al testo presentato dal ministero della Salute e grazie alla mediazione del sottosegretario alla Salute Paolo Fadda è stato definito un protocollo d’intesa con i sindacati in cui al di là dei contenuti del decreto si indica la necessità di individuare ulteriori soluzioni, anche normative, per i percorsi di stabilizzazione delle tipologie di lavoro flessibile che non potranno trovare soluzione nel Dpcm. E ulteriori iniziative dovranno essere adottate per garantire anche alle Regioni in piano di rientro la piena attuazione del decreto. Resta infatti aperto il problema per i contratti atipici sul quale c’è l’impegno comune a trovare soluzioni. Ora il protocollo d’intesa sulla bozza di Dpcm tra Fadda e i sindacati passa al vaglio del Mef e della Funzione pubblica, prima di andare in Stato Regioni.
Una ulteriore necessità indicata nel protocollo è l’introduzione nell’ordinamento di vincoli per evitare la creazione di ulteriore precariato per effetto dell’uso improprio dei rapporti di lavoro flessibile e il sottosegretario Fadda si è impegnato con i sindacati a emettere entro breve tempo direttive alle Regioni per consentire il mantenimento fino al al 31 dicembre 2016 di tutti i rapporti di lavoro anche flessibili e atipici in modo da garantire i Lea e lo sviluppo dei programmi di ricerca in sanità.
Poi le modifiche all’articolato della bozza di Dpcm.
La prima nelle premesse richiama la possibilità di stabilizzazione per chi ha un lavoro precario non solo a tempo determinato, ma anche con contratto di collaborazione coordinata e continuativa o con altre forme di lavoro flessibile o con convenzioni.
Poi il richiamo alla legge 125/2013 (quella “guida” sul riordino della Pa da cui deriva il Dpcm: VEDI) nella parte in cui si specifica che il Dpcm disciplina le procedure concorsuali per l’assunzione «a livello iniziale di ciascun profilo riservate indette dagli Enti del Servizio sanitario nazionale e dagli Enti che applicano il contratto collettivo nazionale del comparto del personale del Servizio sanitario nazionale».
Ulteriore richiamo è alle linee guida messe a punto dalle Regioni per l’interpretazione autentica della legge 122/2010 sul contenimento delle spese per il personale il conseguente utilizzo delle forze lavoro. Per le Regioni in piano di rientro il riferimento è alle previsioni della legge 189/2012 (Legge Balduzzi) che stabilisce, dove sia scattato il blocco automatico del turn over o sia comunque previsto il blocco in attuazione del piano di rientro o dei programmi operativi di prosecuzione del piano, la possibilità di disapplicare il blocco nel limite del 15% (ci vorrà però un decreto interministeriale ad hoc) per la necessità di garantire i Lea. Sempre però che i competenti tavoli tecnici di verifica dell’attuazione dei piani accertino il raggiungimento, anche parziale, degli obiettivi previsti nei piani.
Per la proroga dei contratti a tempo determinato, infine, si specifica che questa varrà «all’espletamento delle procedure concorsuali e comunque non oltre il 31 dicembre 2016».
L’Accordo
“In data 3 dicembre 2013, il Sottosegretario di Stato alla Salute Paolo Fadda e le organizzazioni sindacali delle aree dirigenziali medico-veterinario, SPTA e del comparto sanità dopo un confronto ampio ed articolato sulla bozza di dPCM previsto dall’art.4, comma 10, della legge 125/2013 si sono espressi favorevolmente sul testo finale, fermi restando i vincoli posti dal legislatore che impediscono ad oggi di dare risposte complessive al problema del precariato nel SSN, mettendo a repentaglio la salvaguardia degli attuali livelli essenziali di assistenza”.
Inizia così il testo del protocollo d’intesa raggiunto ieri sera tra Governo e sindacati della dirigenza e del comparto del Ssn sulla scottante tematica del precariato in sanità.
I punti forti del decreto, che ora dovrà raccogliere l’avvallo dei ministeri dell’Economia e della Funzione Pubblica e poi delle Regioni, restano la possibilità per gli Enti (compresi quelli di ricerca e l’Iss) del Ssn di bandire concorsi per assunzioni a tempo indeterminato per il personale oggi a contratto a tempo determinato con particolari caratteristiche individuate nel Dpcm e la proroga dei contratti del personale interessato fino all’espletamento dei concorsi e comunque non oltre il 2016.
“L’esame approfondito del complesso ed articolato fenomeno del precariato all’interno del SSN – sottolinea però il documento d’intesa tra Governo e sindacati – ha fatto emergere la necessità, ferma restando l’emanazione della direttiva sulla proroga, di individuare ulteriori soluzioni, anche normative, per i percorsi di stabilizzazione di quelle tipologie di lavoro flessibile che non potranno trovare soluzione nel predetto dPCM. Ulteriori iniziative dovranno essere adottate per garantire anche alle Regioni in piano di rientro dal deficit sanitario la piena attuazione del dPCM”.
“Le parti – prosegue ancora – convengono che queste due questioni debbano trovare soluzioni adeguate e si impegnano, ciascuno per la parte di competenza, a proporre ogni iniziativa ritenuta necessaria”.
“Si concorda infine – conclude il protocollo d’intesa – sulla necessità di introdurre nell’ordinamento vincoli per evitare la creazione di ulteriore precariato per effetto dell’uso improprio dei rapporti di lavoro flessibile. Il Sottosegretario si impegna ad emettere entro breve tempo specifiche direttive alle Regioni, che possano consentire il mantenimento in essere sino al 31 dicembre 2016 di tutti i rapporti di lavoro anche flessibili e atipici al fine di garantire i livelli essenziali di assistenza e lo sviluppo dei programmi di ricerca in sanità”.
$1· L’ultimo testo corretto del Dpcm
$1· Il testo del protocollo d’intesa
Il Sole 24 Ore sanità e Quotidiano sanità – 4 dicembre 2013