di Paolo Del Bufalo. Precari a tutti i costi. Anzi, precari per una ragion di Stato tutta economica che non guarda in faccia nessun accordo “speciale” per quel Ssn che Regioni, sindacati e lo stesso ministero della Salute hanno considerato solo pochi mesi fa un mondo a sé. L’Economia taglia corto (e taglia tutte le differenze previste rispetto al calderone della Pa nella prima bozza di Dpcm concordata coi sindacati): va bene ridurre i precari, ma senza “preferenze sanitarie”. Così si risparmia di più. Una “virtù” che non va giù ai sindacati, pronti alle barricate per difendere il testo della bozza di Dpcm stravolta dal Mef, che a colpi d’ascia l’ha riportata nell’alveo delle previsioni valide per tutto il pubblico impiego, da cui proprio il “decreto precari” del 2013 l’aveva staccata. E sulle barricate Cigl, Cisl e Uil chiamano a raccolta in loro aiuto proprio il ministero della Salute e le stesse Regioni invocando il rispetto delle linee guida approvate dai governatori fin dal 2011.
Altrimenti, scrivono in una lettera a Lorenzin ed Errani, senza un’organizzazione stabile del personale e sotto il maglio di tagli economici e blocchi del turn over, sarà docile garantire i Lea.
Precari: a un passo dalla conclusione della vicenda con l’approvazione del Dpcm scritto su misura per il servizio sanitario – al quale sono state riconosciute al momento dell’approvazione della conversione in legge del decreto precari 2013 (Dl 101) prerogative diverse dagli altri comparti – arriva sui sindacati una doccia fredda dovuta ai colpi d’ascia che sulla bozza di decreto concordata ha dato l’Economia. E Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl sono già partiti all’attacco, con una lettera al ministro della Salute Beatrice Lorenzin e al presidente dei governatori Vasco Errani in cui sottolineano che il testo “riformulato” non tiene in alcun conto la specificità del settore sanitario per quanto riguarda il percorso di stabilizzazione e la proroga dei contratti relativi al personale a tempo determinato. Al contrario – scrivono i sindacati – molte delle modifiche sono addirittura in antitesi rispetto al testo sul quale in modo unanime le parti sociali avevano raggiunto l’accordo con l’allora sottosegretario Paolo Fadda.
In particolare la lettera dei tre segretari confederali, Cecila Taranto, Daniela Volpato e Giovanni Torluccio, sottolinea l’esclusione del riferimento alle linee guida del 10 febbraio 2011, redatte dalla conferenza delle Regioni e da quella delle Assemblee legislative regionali, e il «rigido richiamo ai vincoli imposti dal decreto 78/2010» che porrà «se verrà confermata nel testo definitivo, serissimi problemi al Ssn». Nessuno vuole sottrarsi ai vincoli finanziari previsti dal 2007 in poi specialmente per le Regioni da anni in piano di rientro e al blocco del turn-over, affermano i sindacati, ma soprattutto in queste, sottolineano «la rigida applicazione del DI 78/2010 risulta incompatibile con il rispetto dei Lea. Ne erano già consapevoli le Regioni nel 2011 quando, valutato il rischio, avevano trovato nell’ambito della conferenza una soluzione ragionevole e allo stesso modo compatibile con le finalità del legislatore».
Secondo i sindacati l’inapplicabilità in Sanità della norma in questione la testimoniano soprattutto i dati del Conto annuale (si veda inserto in questo numero) che dimostrano come le aziende sanitarie non potendo fare altrimenti hanno ridotto il fenomeno del precariato di appena il 21% (solo 8.270 in meno), percentuale ben lontana dal 50% previsto dal Dl 78/2010. Continuare a considerare applicabile in sanità, in fase di stabilizzazione dei rapporti, il Dl 78/2010 nella sua rigida formulazione non mediata dalle linee guida, salvo non volere consapevolmente mettere in discussione i princìpi fondamentali del Ssn, è un gravissimo errore che porterà alla paralisi dell’erogazione dei Lea», scrivono i sindacati nella lettera, chiedendo «nel rispetto della volontà del Legislatore stesso che con il Dl 101/2013 ha riconosciuto la specificità del settore, di dare concreta efficacia al Dpcm consentendo un’applicazione del Dl 78/2010 in linea con l’interpretazione data nel 2011 dalla conferenza delle Regioni».
Cosa contiene il Dpcm. Il testo “contestato” all’ esame dei sindacati il 3 giugno, prevede che «fermi restando gli obiettivi di contenimento della spesa complessiva di personale, a valere sulle risorse assunzionali relative agli anni 2013, 2014, 2015 e 2016 anche complessivamente considerate e lo scorrimento delle graduatorie dei concorsi pubblici a tempo indeterminato», gli Enti, entro il 31 dicembre 2016, possono bandire procedure concorsuali per titoli ed esami per assunzioni a tempo indeterminato del personale del comparto sanità, compreso quello appartenente alle aree dirigenziale, medico-veterinaria, sanitaria, professionale e tecnico-amministrativa degli enti. Le procedure concorsuali sono riservate al personale non dirigenziale in servizio a tempo determinato da almeno tre anni, anche non continuativo che sia stato in servizio per almeno tre anni, anche non continuativi, nel quinquennio anteriore alla data di entrata in vigore della Finanziaria 2007 e al personale che al 30 ottobre 2013 abbia maturato negli ultimi cinque anni, almeno tre anni di servizio, anche non continuativo, con contratto di lavoro subordinato a tempo determinato, anche presso enti dello stesso ambito regionale diversi da quello che indice la procedura.
Gli enti, anche in relazione al fabbisogno effettivo, alle risorse finanziarie disponibili e ai posti in dotazione organica vacanti indicati nella programmazione triennale, possono prorogare i contratti di lavoro a tempo determinato del personale fino all’espletamento dei concorsi, ma non oltre il 31 dicembre 2016. E per i ricercatori titolo alternativo al diploma di specializzazione è il dottorato di ricerca, mentre il personale medico con almeno cinque anni di prestazione continuativa prima della scadenza del bando presso il pronto soccorso delle aziende sanitarie locali è ammesso a partecipare ai concorsi anche se non in possesso del diploma di specializzazione.
$1· Le cifre del precariato in sanità
$1· La lettera dei sindacati alla ministra Lorenzin e al presidente dei governatori Errani
$1· Il testo all’esame di ministero e sindacati
Sole 24 Ore Sanità di martedì 3 giugno 2014