di Rubina Bon. Chiusa in una mini baracca poco ventilata, pressoché impossibilitata a muoversi per il pochissimo spazio a sua disposizione. Costretta a vivere senza luce, in promiscuità a un pollaio e in condizioni igienico-sanitarie scadenti. L’inquilina in questione è una cavalla adulta, mentre il padrone è un pensionato di Settecomuni che tiene l’animale all’interno della sua proprietà.
Ad accorgersi delle condizioni giudicate non certo da manuale per la detenzione del cavallo è stato un cittadino che ha subito informato i volontari dell’Enpa, l’Ente nazionale protezione animali. Nelle scorse settimane l’associazione ha presentato una la segnalazione alla polizia locale di Preganziol, che a sua volta ha coinvolto il Servizio veterinario dell’Usl 9.
«All’interno dell’associazione ci sono alcuni volontari che fanno parte del Nucleo antimaltrattamento e si occupano della verifica delle segnalazioni che arrivano, prima di trasmetterle a chi di competenza», spiega Adriano De Stefano, presidente trevigiano dell’Enpa. Nei giorni scorsi è scattato il sopralluogo congiunto da parte del comandante dei vigili Rudi Sottana e del direttore del Servizio veterinario-Area igiene allevamenti e produzioni zootecniche dell’azienda sanitaria trevigiana, Paolo Camerotto. Nella proprietà del pensionato a Settecomuni è stata rilevata la presenza della cavalla all’interno della baracca di pochissimi metri quadrati.
L’animale non è risultato malnutrito. Ma le condizioni in cui viene tenuto, in relazione anche alla sua stazza, sono fuorilegge. Pare peraltro che la situazione non fosse temporanea, ma si protragga da mesi. Non solo: è stato rilevato anche che il cavallo risulta essere senza microchip e quindi sconosciuto all’anagrafe equina, oltre che senza qualsiasi tipo di documento amministrativo e sanitario. Per questo, il sindaco Paolo Galeano ha firmato a carico del proprietario un’ordinanza urgente che lo obbliga a migliorare la struttura in cui vive l’animale, rendendola idonea a un esemplare del genere. Nel frattempo la cavalla potrà essere portata in un allevamento non distante dalla casa del pensionato.
Qualora il proprietario della cavalla non dovesse ottemperare all’ordinanza, sarà presentata la segnalazione all’autorità giudiziaria per violazione dell’articolo 650 del codice penale. La cavalla rischia di essere sequestrata. «Confidiamo nel ravvedimento spontaneo del proprietario e nell’adeguamento volontario alla normativa», conclude De Stefano, «Ciò che a noi interessa è la presa di coscienza da parte dei cittadini dei bisogni sanitari ed etologici degli animali».
La Tribuna di Treviso – 7 aprile 2016