Il Ministero della salute condivide le preoccupazioni degli interroganti ed esprime parere favorevole al mantenimento dell’attuale assetto organizzativo dei dipartimenti di prevenzione delle aziende sanitarie locali, in particolare dei servizi veterinari.
In quanto un eventuale loro accorpamento comporterebbe una riduzione della qualità dei servizi e una minore incisività dell’attività di prevenzione, con ripercussioni negative sulla sicurezza alimentare e, conseguentemente, sullo stato di salute della popolazione umana ed animale.
Atto Camera
Interrogazione a risposta scritta 4-15058 presentata giovedì 23 febbraio 2012, seduta n.591
SCHIRRU, VIOLA e VILLECCO CALIPARI. – Al Ministro della salute.- Per sapere – premesso che:
i servizi veterinari del Servizio sanitario nazionale rappresentano da sempre un presidio fondamentale nella prevenzione del rischio delle malattie trasmissibili all’uomo dagli animali, direttamente o attraverso il consumo di alimenti di origine animale e per il determinante contributo scientifico e professionale a una più moderna visione del rapporto uomo animale nella nostra società;
tale attività ha permesso al nostro Paese di affrontare con successo le ricorrenti crisi legate ad eventi quali l’influenza aviaria, la BSE, la blue tongue, la west nile disease e così via, e, in anni più lontani, l’afta e altre epidemie che tanto hanno preoccupato l’opinione pubblica. Ma soprattutto ha garantito nel tempo un efficace (e spesso silenzioso) sistema di controllo sull’intera filiera degli alimenti di origine animale a tutela della salute pubblica;
i dipartimenti di prevenzione della maggior parte delle ASL della Sardegna sono strutturati con il livello minimo organizzativo previsto dall’articolo 7-quater del decreto legislativo n. 502 del 1992 e successive modificazioni e integrazioni, e sono stati previsti i tre servizi medici e i tre servizi veterinari dotati di autonomia, sia tecnico-funzionale, sia organizzativa così come previsto dalla norma;
tali servizi fanno infatti riferimento a specifiche discipline, cui deve accedersi mediante pubblico concorso, previo possesso di specifici e infungibili diplomi di specializzazione post-laurea, fatte salve le equipollenze dei titoli di studio e dei servizi prestati, utili ai fini del solo accesso; il personale dirigente di tali servizi è dunque infungibile al pari delle altre specialità mediche;
arrivano segnali preoccupanti di una volontà di realizzare anche in Sardegna, al pari di quanto proposto in altre regioni, e già attuato nella sola Liguria, accorpamenti dei servizi del dipartimento di prevenzione, e in particolare dei servizi veterinari;
appare evidente inoltre la volontà di ridimensionare i servizi del dipartimento di prevenzione in talune ASL che trasformano i posti di medici e veterinari del dipartimento di prevenzione, in posti di medici ospedalieri o delle professioni sanitarie;
alcuni servizi veterinari territoriali, inoltre, sono fortemente sottodimensionati, come evidenziato anche nei report delle ispezioni del Food and veterinary office (FVO) svolti nell’isola;
la Sardegna, potrebbe quindi, invocando la propria autonomia organizzativa in campo sanitario, procedere a realizzare un ulteriore impoverimento delle attività di prevenzione primaria, riducendo le già scarse risorse ad essa destinate negli anni, con una riduzione della dotazione organica e l’accorpamento dei servizi;
se ciò si avverasse, si determinerebbero una diminuzione della qualità dei servizi erogati e una minore efficacia delle attività di prevenzione, a scapito della sicurezza alimentare e del futuro stato di salute della popolazione umana e animale, e negli anni, si realizzerebbe non un risparmio, ma una esacerbazione della spesa pubblica a causa dei danni che potrebbero sopraggiungere per l’insufficiente livello di controlli -:
se il Ministro interrogato non ritenga di promuovere iniziative, anche normative, ivi compresa la definizione di linee guida in sede di Conferenza Stato-regioni, da applicare su tutto il territorio nazionale, per assicurare che gli assetti organizzativi dei dipartimenti di prevenzione – come attualmente definiti dalla norma quadro nazionale, dimostratisi efficaci in quasi 20 anni di esperienza applicativa – vengano uniformemente garantiti e mantenuti in tutte le aziende sanitarie dell’intero Paese, quale livello essenziale e minimo di organizzazione, per la corretta, uniforme e sufficiente erogazione dei servizi che, su tutto il territorio nazionale, devono essere assicurati. (4-15058)
Atto Camera
Risposta scritta pubblicata giovedì 26 luglio 2012
nell’allegato B della seduta n. 673
All’Interrogazione 4-15058 presentata da
AMALIA SCHIRRU
Risposta. – Il Ministero della salute condivide le preoccupazioni degli interroganti ed esprime parere favorevole al mantenimento dell’attuale assetto organizzativo dei dipartimenti di prevenzione delle aziende sanitarie locali, in particolare dei servizi veterinari, in quanto un eventuale loro accorpamento comporterebbe una riduzione della qualità dei servizi e una minore incisività dell’attività di prevenzione, con ripercussioni negative sulla sicurezza alimentare e, conseguentemente, sullo stato di salute della popolazione umana ed animale.
Questo Ministero condivide pienamente anche la proposta di promuovere iniziative di carattere normativo, comprensive della definizione di linee guida, da approvare in sede di conferenza Stato-regioni, allo scopo di assicurare uniformemente, sull’intero territorio nazionale, gli attuali apparati organizzativi dei dipartimenti di prevenzione, i quali hanno garantito, finora, una uniforme e corretta erogazione dei livelli essenziali di assistenza.
Il Sottosegretario di Stato per la salute: Adelfio Elio Cardinale.
3 agosto 2012