Secondo il segretario nazionale del sindacato dei medici del territorio, la priorità deve essere quella di dare “ai medici la competenza esclusiva di tutto ciò che riguarda la salute umana, compresa la sicurezza degli alimenti”. Per questo suggerisce di “tornare sui propri passi alle Regioni che hanno abolito i Sian”.
La riorganizzazione dei dipartimenti di prevenzione “ha posto i servizi di igiene alimenti e nutrizione e le figure mediche in posizione subalterna ai servizi veterinari in fatto di sicurezza alimentare, emarginando la prevenzione delle patologie legate ad una non corretta alimentazione e la promozione della salute umana.” E’ l’allarme lanciato da Mauro Mazzoni, segretario nazionale del Simet e della Fassid Area Simet in relazione alla nota esplicativa scritta da Balduzzi lo scorso 27 febbraio che evidenziava la primaria importanza del nuovo impianto organizzativo dei dipartimenti di prevenzione.
“Va data ai medici la competenza esclusiva in tutto ciò che riguarda la salute umana, compresi perciò l’igiene e la sicurezza degli alimenti e la nutrizione – sottolinea Mazzoni – e chiediamo quindi alle Regioni che hanno soppresso i Sian di tornare sui propri passi, anche in virtù di una recente sentenza del Tar che ha bocciato un’operazione analoga in Liguria. In caso contrario si adopererà in tutti i modi per contrastare un intervento che, lungi dal portare risparmi, potrà solo danneggiare i cittadini e distruggere dei servizi che finora avevano adempiuto egregiamente ai loro compiti”. Secondo Mazzoni le ultime modifiche normative trascurano il fatto che “l’alimentazione umana comprende una vasta e complessa provenienza e problematicità. Sempre più spesso infatti si pongono problemi di sicurezza e di igiene nutrizionale data la diffusione di alimenti funzionali, arricchiti, privati di alcuni nutrienti, integratori e di patologie legate ad una non corretta alimentazione, le cui ripercussioni sulla tutela della salute umana sono ovunque riscontrabili nella ratio legislativa nazionale ed europea”. In sostanza all’interno di questo ambito “anche i veterinari hanno una loro preziosa funzione che tuttavia non è – conclude – quella preminente, né quella professionalmente deputata alla valutazione sugli esseri umani delle sue ricadute”. (Quotiodiano sanità – 14 marzo 2013)
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Chiediamo scusa ai nostri lettori più fedeli se finiremo col ripeterci. Ma il tema della prevenzione è particolarmente importante. Soprattutto in un momento di crisi e di contrazione delle risorse in cui investire nella prevenzione potrebbe permettere di abbattere i costi sanitari e sociali. Con un risparmio complessivo notevole. Fvm Veneto ha sempre auspicato la massima integrazione e complementarietà tra i servizi dei Dipartimenti di prevenzione che si occupano di sicurezza alimentare, pur nel rispetto delle diverse professionalità e peculiarità. Come Federazione veterinari e medici del Veneto siamo fermamente convinti della necessità della più ampia collaborazione possibile tra medici e veterinari che operano nella prevenzione primaria. Che non può essere gestita unicamente da veterinari ma neppure unicamente da medici. Siamo convinti che solo un processo integrato a 360 gradi possa garantire la massima sicurezza ai cittadini. Soprattutto in un momento in cui la sicurezza alimentare rischia di essere “minata” dalla crisi economica ed è richiesto a noi tutti il massimo senso di responsabilità.
Richiamiamo qui per completezza, e come ulteriore elemento di chiarezza, anche il documento del gennaio scorso su questi temi di Fvm nazionale.
“Il Decreto Balduzzi (e la circolare del 27 febbraio, ndr) sono intervenuti a regolare meglio l’organizzazione dei Dipartimenti di Prevenzione, dando loro maggior forza e definendo un’architettura solida e uniforme sul territorio nazionale stabilendo le strutture disciplinari sia mediche sia veterinarie che lo devono comporre, assicurando a tutti i professionisti che tutelano la salute pubblica la corretta autonomia professionale e conseguentemente una limpida assegnazione di responsabilità nei confronti dei cittadini.
I veterinari, i medici e tutti gli attori ed interlocutori del sistema sanitario nazionale e della prevenzione primaria in particolare, non possono che rilevare come il nuovo dettato legislativo garantisca oggi il necessario rafforzamento della prevenzione tutta, lasciata in alcuni casi in balia della fantasia interpretativa del principio di autodeterminazione regionale.
FVM non può che ribadire come, dati i chiari principi organizzativi, gerarchici e di ripartizione delle autonomie specialistiche delle strutture complesse in cui si devono articolare i Dipartimenti di Prevenzione, le competenze mediche sono e devono restare dei medici e quelle veterinarie dei veterinari: ma tutte insieme, nella piena indipendenza, concorrono alla prevenzione primaria, che è tema di rilevanza strategica ed economica non solo nazionale ma, molto spesso, almeno per il settore veterinario, di livello globale. È dunque fondamentale che i principi stabiliti dal legislatore nazionale, trovino piena applicazione a livello locale, assicurando a tutti i professionisti che tutelano la salute pubblica la corretta autonomia”
Fvm Veneto – 14 marzo 2013