Il referendum sulla legge Fornero è inammissibile per lo «stretto collegamento» delle norme prese di mira con la legge di bilancio e per la «palese carenza di omogeneità del quesito». Eccole le motivazioni della sentenza della Consulta 6 del 20 gennaio che ha bocciato l’iniziativa della Lega.
Secondo il giudice delle leggi il complesso normativo oggetto di referendum rientra nella categoria delle cosiddette «leggi di bilancio». Categoria alla quale sono riconducibili quelle leggi che «presentino effetti collegati in modo così stretto all’ambito di operatività delle leggi di bilancio, da essere sottratte a referendum».
Il secondo motivo di inammissibilità («a sua volta decisivo») è costituito dalla «palese carenza di omogeneità del quesito».
Il referendum si propone infatti d’ abrogare l’intero articolo 24 del decreto 201 del 2011 che contiene «una pluralità di fattispecie differenziate, sia in relazione alle forme di pensione, sia con riguardo alla pluralità delle categorie di soggetti interessati». Secondo la Consulta si tratta di un «aggregato indivisibile di norme», di fronte al quale «l’elettore si troverebbe a dover esprimere un voto bloccato su una pluralità di atti e disposizioni diverse».
Oggi intanto la commissione Lavoro della Camera dovrebbe esprimere un parere positivo alla proposta del Governo di nominare l’economista Tito Boeri presidente dell’Inps. Una volontà in questo senso è stata anticipata ieri dal relatore, Sergio Pizzolante (Ap) «in attesa della riforma della governance». E anche il presidente della Commissione, Cesare Damiano (Pd), l’ha confermato: «Voterò la proposta Boeri, il suo curriculum e le sue argomentazioni hanno fugato ogni dubbio. L’audizione, che abbiamo fatto nell’ambito della sperimentazione avviata lo scorso giugno, s’è rivelata più che positiva. Ora bisogna procedere alla nuova governance dell’Istituto perchè siamo contrari al modello di un solo uomo al comando dell’Inps».
La proposta di legge sulla nuova governance dell’Inps firmata da Damiano è nota: un modello duale con un presidente, un cda di cinque componenti e il Consiglio di indirizzo e vigilanza, sulla falsa riga dell’avviso comune presentato oltre due anni fa dalle parti sociali.
«Boeri ha tutta la fiducia del ministro del Lavoro e del presidente del Consiglio e ha tutti i requisiti che la norma richiede. Perciò mi sento molto fiducioso che farà il presidente dell’Inps e lo farà bene» ha detto il ministro Giuliano Poletti.
Boeri nel corso della sua audizione aveva annunciato che, in caso di parere negativo del Parlamento, sia pure consultivo e non vincolante, avrebbe ritirato la disponibilità alla carica.
L’economista ha anche auspicato che si riformi con rapidità la governance dell’Istituto («bisogna intervenire con urgenza – ha detto tra l’altro -perché per guidare l’Inps c’è bisogno non solo di un presidente nel pieno delle sue funzioni ma anche di un cda in grado di decidere rapidamente»).
Il Sole 24 Ore – 28 gennaio 2015