Aosta, Trento, Bolzano, Trieste e Venezia: sono le uniche città capoluogo di Regione nelle quali i prezzi rispetto all’anno scorso sono cresciuti. Se si considerano anche le altre grandi città, spicca il più 0,5 per cento di Parma, seguito dal modestissimo più 0,1 per cento di Livorno. Per il resto nelle tabelle Istat si leggono solo segni meno, c’è un po’ più movimento solo nel confronto mensile ma il risultato finale conferma per marzo le stime preliminari: deflazione, i prezzi al consumo su base annua sono calati dello 0,2 per cento, è il secondo mese di contrazione. Male anche l’Eurozona: a marzo inflazione zero.
Rispetto a febbraio c’è invece un contenuto aumento dello 0,2 per cento, dovuto soprattutto al provvidenziale anticipo della Pasqua, che ha spinto al rialzo i prezzi dei trasporti (più 0,8 per cento, dovuto principalmente al ritocco all’insù dei biglietti aerei) e degli alberghi. La voce “Servizi ricettivi e di ristorazione” registra infatti un rialzo congiunturale dello 0,3 per cento, al quale corrisponde un rialzo tendenziale dell’1 per cento, mentre invece per i trasporti su base annua l’andamento è opposto, con un crollo del 3,1 per cento.
Tuttavia i prezzi mostrano un andamento migliore se si eliminano i prodotti particolarmente “volatili”, che cioè sono più sensibili alla congiuntura. Infatti l’inflazione di fondo, calcolata cioè al netto degli alimentari non lavorati e dei beni energetici, sale dello 0,6 per cento, in lieve rialzo rispetto allo 0,5 per cento di febbraio. Inoltre i dati mostrano una forbice sempre più ampia tra i prezzi dei beni, in caduta libera, (meno 1 per cento su base annua) e quelli dei servizi, in rialzo dello 0,7 per cento, due decimi di punto in più rispetto al tendenziale del mese scorso. Tra i beni in particolare sono in forte sofferenza gli alimentari, a cominciare dai vegetali freschi che perdono il 2,8 per cento sul mese precedente e il 10,9 per cento sul marzo 2015. E infatti la Coldiretti lancia l’allarme: «Nelle campagne la situazione è drammatica con il crollo delle quotazioni su livelli insostenibili », spiega l’associazione, che denuncia diminuzioni tendenziali che per alcuni prodotti superano il 40 per cento. Andamento differenziato invece per i prezzi dei beni energetici, che crescono rispetto a febbraio ma segnano diminuzioni fortissime rispetto all’anno scorso.
Sul fronte servizi l’andamento è piuttosto positivo anche se in buona parte sembra da imputare all’apertura della stagione delle vacanze: tra gli aumenti rilevanti infatti quelli dei pacchetti viaggi internazionali. Ma crescono anche altre categorie, tra le quali le spese condominiali e in genere legate all’abitazione.
Repubblica – 15 aprile 2016