Valeria Zanetti. Un documento che fa sintesi sulle valutazioni delle amministrazioni dei 37 Comuni dell’Ulss 22 di Bussolengo, riguardanti il progetto di legge Zaia di Azienda Zero. L’ha preparato la Conferenza dei sindaci e in questi giorni viene sottoposto al voto dei singoli consigli comunali.
Primo sì la settimana scorsa dall’assemblea civica di Nogarole Rocca, che ha approvato a maggioranza. Ogni delibera consiliare sarà poi inviata in V commissione regionale. La Conferenza dei sindaci punta ad una presa di posizione unanime e nel caso il decreto di legge diventasse proprio legge, almeno ad un’entrata in vigore graduale. «I rilievi», ha fatto notare l’assessore al sociale, Elisa Martini, «riguardano soprattutto il ruolo degli enti locali, molto ridimensionato, e dei servizi sociali, in posizione marginale». Ma ecco i punti.
L’AZIENDA ZERO. «Si attribuiscono troppi poteri a questo ente, che dovrebbe avere un compito strumentale e funnzionale di razionalizzazione degli acquisti, degli uffici legali, del personale, di verifica dei costi standard. La programmazione dovrebbe essere più legata all’indirizzo politico regionale, espresso da Consiglio e Giunta, di concerto con le Conferenze dei sindaci e le rappresentanze locali», si legge, «non sono chiari il ruolo del comitato d’indirizzo e i criteri della sua nomina. Va garantita una rappresentanza adeguata degli enti locali, che manca». Non è opportuno, infine, che il direttore dell’Azienda Zero (controllato) nomini il collegio sindacale (controllore).
RIDUZIONE DEL NUMERO DELLE ULSS. Secondo i sindaci della 22 di Bussolengo il passaggio a sette aziende è troppo drastico. La dimensione provinciale è troppo vasta e disomogenea per una programmazione ottimale e parte da realtà organizzative estremamente diverse. La dimensione delle Ulss, se non opportunamente articolate in distretti con proprie autonomie e competenze, determinerà un distacco tra vertici di gestione e territorio, con ricadute negative sui servizi per gli utenti. Il piano sociosanitario 2012-2016 (legge regionale n.23/12) non completamente attuato, verrebbe condizionato dal riassetto previsto. Non sono infatti ancora ftinzionanti ambulatori integrati di medicina generale e ospedali di comunità.
INTEGRAZIONE SOCIOSANITARIA. E Stata il pilastro portante del modello véneto, centrato sulla delega dei Comuni alle Uiss nell’organizzazione dei servizi. In particolare la 22 ha adottato lo schema trasferendo quote significative dei bilanci comunali. «Con l’Azienda Zero si rischierebbe di perdere il potere di verifica e controllo degli enti locali», sottolinea il documento. La Conferenza boccia an-che l’eliminazione della figura del direttore dei servizi sociali, con l’accentramento delle funzioni sul direttore sanitario.
RUOLO DEI COMUNI E DELLA CONFERENZA. Risulta ridimensionato, prevedendo una presenza marginale dei tre presidenti delle attuali aziende socio-sanitarie che formerebbero l’Esecutivo della nuova Ulss. È auspicabile invece una forma di rappresentanza che tenga in maggior conto il ruolo dei Comuni nella programmazione socio-sanitaria e consenta ai primi cittadini di mantenere le attuali competenze: esame degli atti di bilancio delle Uiss, indirizzi per l’elaborazione del Piano attuativo locale, valutazione del direttore generale.
L’Arena 1 novembre 2015