Il Matteo Renzi presidente del Consiglio ripartirà da dove si è fermato il Matteo Renzi segretario del Pd. Stando alla road map sciorinata ieri il primo atto del nuovo governo riguarderà i temi che hanno occupato l’ultima direzione del partito “prestaffetta” con Enrico Letta. Si partirà dalle riforme. Con il varo dei disegni di legge sul nuovo titolo V e sul Senato dei sindaci che saranno inviati entro fine mese in Parlamento.
Dove troveranno ad attenderli altri due ddl già in itinere. Il primo (l’Italicum) messo a punto direttamente del sindaco di Firenze; il secondo (lo svuota-province) dal suo fedelissimo Graziano Delrio, ministro uscente agli Affari regionali.
I prossimi giorni saranno decisivi. Innanzitutto per la nuova legge elettorale (l’Italicum appunto) che, in teoria, è calendarizzata per oggi in aula alla Camera e che, in pratica, riprenderà a marciare solo dopo la formazione del nuovo esecutivo. Se ciò avvenisse entro il week-end, la prossima settimana potrebbe arrivare l’ok di Montecitorio sulle poche e qualificate modifiche messe a punto da Renzi e Berlusconi il 29 gennaio. Ad esempio l’innalzamento dal 35 al 37% della soglia con la quale evitare il ballottaggio e ottenere il premio di maggioranza del 15% oppure l’abbassamento dal 5 al 4,5% della soglia di sbarramento per partecipare alla ripartizione dei seggi. Mentre lo scioglimento degli altri nodi che avvolgono il futuro sistema di voto verrebbe rimandato al prossimo esame parlamentare al Senato.
Nel frattempo un copione simile potrebbe andare in scena proprio a Palazzo Madama. E avere come protagonista il ddl Delrio che svuota le province, fa nascere le città metropolitane e incentiva le unioni di comuni. L’eventuale via libera al provvedimento non sarebbe comunque l’ultimo perché è molto probabile che il testo venga modificato – in particolare per riportare da 21 a 10 le città metropolitane – e che dunque debba fare un nuovo passaggio alla Camera.
Più o meno in parallelo il primo Consiglio dei ministri dell’era Renzi dovrebbe dare il via libera ai due ddl costituzionali più volte annunciati dal leader democratico (nuovo titolo V e Senato dei sindaci) così da inviarli in Parlamento entro fine febbraio. Con il primo verrà cancellato il meccanismo delle competenze concorrenti che tanti guasti ha provocato, sottoforma di una duplicazione dei costi e un boom di ricorsi davanti alla Consulta (come testimonia il grafico qui accanto). Riportando sotto l’egida statale alRicorsi alla Corte costituzionale Stato-Regioni e Regioni-Stato
Il Sole 24 Ore – 18 febbraio 2014